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In Campidoglio maggioranza a rischio

Gianni Alemanno

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Regolamento taxi e maxi delibera sulla demolizione e ricostruzione di Tor Bella Monaca. Sono queste le prime delibere destinate probabilmente a saltare a causa del rimpasto di giunta. L'approvazione, tutto sommato senza traumi, del difficile bilancio capitolino e delle delibere sull'Atac, aveva riacceso gli animi e diffuso un po' di ottimismo nei 33 consiglieri comunali del Pdl. La maggioranza dopo periodi ben complessi è riuscita, grazie al lavoro certosino del capogruppo Luca Gramazio e dei suoi vice, e del nuovo equilibrio raggiunto dopo il «rimpasto» delle presidenze di commissione a metà gennaio, a mettersi in marcia per il rush finale di questi ultimi 18 mesi. Adesso l'uscita di un assessore dalla giunta rischia di far precipitare non tanto l'esecutivo, quanto l'Assemblea capitolina. Solo per ricordare gli ultimi episodi, dopo l'uscita dell'assessore alla Scuola, Laura Marsilio, i consiglieri rampelliani hanno creato ben più di un problema, come ad esempio il "non voto" alla cittadinanza onoraria al maestro Riccardo Muti (che l'ha poi rifiutata). E se i sette consiglieri Pdl di Laboratorio Roma hanno già messo nero su bianco la propria contrarietà a qualsiasi cambiamento di giunta, soprattutto sui nomi di Cutrufo e Antoniozzi e, in una nota ieri hanno ribadito la necessità di non penalizzare gli eletti. Certamente anche i cinque consiglieri «augelliani» non resteranno a guardare nel caso ad uscire dalla giunta fosse Enrico Cavallari. Un invito a «nozze» per i tre rampelliani che hanno già dato prova di influire non poco sui lavori dell'aula. E siamo già a 15 consiglieri su 33. Il tutto condito dai due consiglieri de La Destra che hanno (giustamente) più di un conto da saldare e dunque difficilmente tenderanno una mano a una maggioranza zoppicante. Un invito a nozze per l'opposizione che da tempo affila le armi e, non a caso, torna a chiedere con forza le dimissioni di Alemanno. Gli appuntamenti da qui ai primi di agosto sono di quelli importanti, di quelli sui quali in un momento come questo non ci si può permettere il lusso di sbagliare. Tornare sotto i riflettori per una maratona senza uscita sulla vertenza taxi, ad esempio, potrebbe dare un colpo mortale al centrodestra capitolino. Per questo c'è già chi all'interno del gruppo, pensa al rinvio a settembre. La pausa estiva servirebbe a rasserenerare gli animi e concentrerebbe l'attività capitolina sui provvedimenti da portare a casa nell'ultimo anno di consiliatura. La prima cosa da tenere presente, infatti, è la primavera del 2013 quando i romani saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco, o confermare l'attuale. Se ne parlerà domani, alla riunione dei presidenti dei gruppi capitolini indetta proprio per definire l'ordine dei lavori dell'Assemblea prima della pausa estiva, fissata in teoria per la prima settimana di agosto. Una «pausa» che a questo punto potrebbe arrivare prima, almeno per quanto riguarda le delibere più delicate.

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