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Il suo incubo è finito lo scorso maggio quando il tribunale lo ha rimesso in libertà dopo averlo assolto dall'accusa di aver compiuto una rapina a mano armata, il 22 luglio 2010, per impossessarsi di una Bentley Gt del valore di 130 mila euro.

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Alcollegio della sesta sezione penale del tribunale (presieduto da Gustavo Barbalinardo) sono bastate poche udienze dibattimentali per accorgersi che L.N., presente nel processo come persona offesa, aveva riferito agli agenti del Commissariato Viminale una versione completamente falsa dei fatti e assolutamente priva di riscontro, tanto da ordinare la trasmissione degli atti alla procura affinché proceda per simulazione di reato e di calunnia. Il tutto connesso, probabilmente, con un tentativo di frode ai danni della società assicurativa in relazione alla "sparizione" del veicolo. Dal canto suo, Bottaro è stato completamente scagionato «perché il fatto non sussiste», ma la sua vicenda non finisce sicuramente qui. La vittima di questo equivoco giudiziario è tornata già alla vita di prima, fatta di sfilate e di modelle. Il suo difensore, l'avvocato Fabrizio Merluzzi, invece, si è messo subito al lavoro per chiedere il risarcimento dei danni subiti: «Per un anno il mio assistito è stato messo fuori dal mondo. Le carte dicono che tra Bottaro e L.N. non c'è stata neppure una telefonata. Non solo, ma non c'era neppure un solo elemento che potesse giustificare la celebrazione di un processo». Red. Cro.

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