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Madrid scende in campo Una candidatura povera all'insegna dell'austerity

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.Da ieri c'è anche Madrid. La capitale spagnola ha infatti confermato ufficialmente la candidatura per bocca del sindaco Alberto Ruiz-Gallardon. Una discesa in campo che lascia perplessi, vista la crisi economica e politica che sta vivendo la Spagna, dove la candidatura madrilena è stata esplicitamente definita «dell'austerità». Proprio l'esiguità di risorse di Madrid potrebbe rappresentare un vantaggio per Roma. Per la capitale spagnola si tratta della terza condidatura olimpica consecutiva, dopo quelle perse contro Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Il dossier spagnolo resta validissimo anche se questa candidatura «rappresenta un costo notevolmente inferiore a quello delle due precedenti candidature. Madrid sarà la candidata dell'austerità e beneficia di esperienza e riconoscenza della famiglia olimpica» ha detto Gallardon, spiegando che il dossier peserà il meno possibile sui fondi pubblici. Oltre a Rome e Madrid per ospitare le Olimpiadi 2020 si candideranno probabilmente Durban (Sudafrica) e Istanbul (Turchia). Già fuori gioco Parigi, mentre Tokyo sta ancora valutando ma le ultime indiscrezioni danno la capitale giapponese fuori dalla corsa dopo l'assegnazione alla Corea del sud dei Giochi invernali 2018. Intanto a Roma, in attesa del Consiglio comunale di oggi che deve approvare la delibera per la costituzione del Comitato promotore di Roma 2020, si litiga. Il capogruppo Udc Alessandro Onorato ritira la propria firma alla proposta di delibera «perché è assurdo che non sia stata ancora firmata dai capigruppo del Pdl e del Pd: stiamo partendo col piede sbagliato, non ci sono né unanimità né concertazione». Duro il capogruppo de La Destra Dario Rossin: «Sono giorni che andiamo dicendo della mancanza di unità politica sulla candidatura olimpica. Del nostro stesso avviso è il capogruppo Udc, e crediamo lo sia anche quello del Pd, Marroni». Il consigliere regionale del Pd Enzo Foschi critica il possibile ingresso del vicepresidente regionale Luciano Ciocchetti nel Cda: «Ma Ciocchetti che c'entra? È sospetto: fa venire in mente l'esistenza di uno scambio. Ciocchetti si pone di traverso sull'ipotesi di un futuro accordo con il Pd per le prossime comunali e, in cambio, c'è il posto nel Cda».

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