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Adesso all'Invalsi

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Nonc'è pace per l'Invalsi, ovvero l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, che ha formulato le «contestate» prove di rilevazione dell'apprendimento a carattere nazionale, di italiano e matematica dei ragazzi di terza media sotto esame. Lunedì sera il giallo degli errori nelle griglie di correzione dei test che s'erano svolti in mattinata a cui l'Istituto di valutazione ha subito rimediato. E ieri mattina la manifestazione davanti al Ministero dell'Istruzione in Viale Trastevere dei lavoratori Invalsi che invocavano «un tempestivo intervento del Ministero per garantire non solo l'operatività ma anche il pieno sviluppo dell'Ente». È stata pure l'occasione per far conoscere alla pubblica opinione la situazione dell'istituto, finora quasi sconosciuto ai più, che in questi giorni è diventato improvvisamente celebre. «Non è più sostenibile - hanno spiegato i lavoratori - portare avanti un istituto nazionale di ricerca che ha solo 22 lavoratori stabili». Perché ben 46 sono a tempo determinato con contratti in scadenza e altri dieci sono collaboratori. Anche l'Istituto è precario, in pratica una nave senza nocchiero. «L'Invalsi da mesi è in una situazione di forte criticità e, praticamente, senza vertici - hanno detto i manifestanti - le dimissioni del presidente Cipollone risalgono a marzo, è prossimo alla scadenza anche il direttore generale e da 4 mesi l'Istituto è commissariato da un dirigente del ministero attraverso una delega straordinaria del ministro». Insomma finora i lavoratori Invalsi, con un forte senso di responsabilità, hanno garantito le scadenze delle attività istituzionali e di ricerca nazionale e internazionale. Ma adesso con le scuole che hanno chiuso i battenti hanno deciso di vuotare il sacco. E così Flc Cgil, Fir Cisl, Uilpa Ur hanno decretato lo stato di agitazione di ricercatori, collaboratori tecnici e amministrativi. Tutto il personale rivendica misure straordinarie per la stabilizzazione del personale precario, il rilancio dell'istituto di valutazione come Ente di Ricerca, un adeguato sostegno finanziario, la rapida definizione di un nuovo organo di governo dell'Ente, il rispetto della terzietà e dell'autonomia come Ente Pubblico di ricerca, l'applicazione degli accordi già sottoscritti e la prosecuzione della contrattazione integrativa. Nat. Pog.

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