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Pochi disagi e molti cori Un flop lo sciopero taxi

Roma, taxi in fila a via Veneto

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Era tutto pronto per affrontare una giornata di fuoco. Presidi delle forze dell'ordine e piano autobus alternativo per eventuali deviazioni. La protesta dei tassisti aderenti alle sigle sindacali Unica Taxi-cgil, Ugl Taxi, Federtaxi-Cisal, Ati-Taxi, Mit-Taxi, Legacoop, Cisl Taxi e Utf Fiumicino è stata senza dubbio folkloristica e, per alcuni versi, anche divertente, ma non è riuscita comunque a creare quel caos annunciato e temuto. L'Agenzia della Mobilità ha infatti confermato a fine protesta: «A conclusione del presidio dei rappresentanti di alcune sigle sindacali dei tassisti romani, a piazza Bocca della Verità, non si è registrato alcun disservizio per le dieci linee bus che transitano nella zona, vista l'esigua presenza di auto bianche. Non è stato neanche necessario, come ipotizzato deviare percorsi e sopprimere le fermate dove c'è stato il maggiore concentramento dei manifestanti - prosegue - Anche a Fiumicino e Ciampino, nonostante la riduzione di taxi a disposizione, non sono state registrate particolari criticità per i cittadini e turisti in arrivo nella Capitale». Nonostante la guerra delle cifre (per i partecipanti l'adesione è stata altissima per chi non ha scioperato invece è stato un flop) alcuni disagi nei punti nevralgici della capitale, come la stazione Termini e l'areoporto di Fiumicino, ci sono stati. Così come il servizio su chiamata. Su sei compagnie contattate, per una corsa in zona Parioli attorno a mezzogiorno, ovvero a 4 ore dall'inizio dell'agitazione, soltanto una era pronta a inviare il mezzo richiesto. A metà mattinata poi si sono inziate a creare delle file di clienti in attesa a Termini e Fiumicino. «È da un'ora e mezza che aspetto - spiega Mimina, una signora calabrese - Io e mio marito siamo partiti stamattina alle 6 da Ostuni. Ma ce la prendiamo con tanta pazienza e calma, prima o poi un taxi arriverà». A fare su e giù lungo la lunga fila i tassisti abusivi che cercano di accaparrarsi clienti. «Mi hanno chiesto 70 euro per portarmi a Villa Carpegna. Naturalmente ho detto di no», spiega un passeggero in fila. «Sinceramente l'ho chiesto io all'abusivo di accompagnarmi - racconta Maria Teresa, una ricercatrice universitaria calabrese - ma mi ha detto di no perché non effettuano corse brevi nel centro storico. È un incubo». E mentre Maria Teresa alla fine decide di ripiegare su un taxi c'è chi alla fine, stanco di aspettare, si fa convincere dagli abusivi. «Non ce la faccio più ad aspettare - dice un uomo mentre sale su una vettura abusiva - pagherò di più ma è sempre meglio che passare in fila tutta la giornata. Qui arriva un taxi ogni mezz'ora». Un disagio dunque avvertito ma per breve tempo. La protesta in centro non ha infatti causato alcun problema alla mobilità e nella guerra delle cifre che si è scatentata a fine sciopero, alla fine quelle più attendibili parlano di circa 200 auto e 400 manifestanti. La vera vittoria, probabilmente, su uno sciopero squisitamente politico è stata quella dei tassisti indipendenti che non hanno aderito. Al di là del fronte del "no" e dunque di quelle sigle che hanno dichiarato di non partecipare alla protesta perché parte in causa nella spaccatura del fronte sindacale ci sono stati centinaia di tassisti che hanno lavorato perché stanchi di questi giochi di potere che, come si è ben visto, non hanno portato a nulla. Sus. Nov.

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