
Un commissario a Farmacap Belviso: l'azienda rinascerà

Il futuro di Farmacap ora è più limpido. Come annunciato oltre un mese fa da Il Tempo, l'Azienda Farmasociosanitaria Capitolina che gestisce le 43 farmacie comunali verrà commissariata. La decisione era inevitabile e nell'aria, anche alla luce dell'inchiesta condotta dal nostro giornale sulla gestione della municipalizzata di via Ostiense dal 1998 al 2007. Ad annunciare il prossimo commissariamento, al termine del sit-in sotto la sede dell'assessorato alle Politiche sociali organizzata ieri mattina dai sindacati e del conseguente incontro con i lavoratori, è stata l'assessore Sveva Bleviso, che si è impegnata a bloccare la procedura di licenziamento a carico dei 64 lavoratori della teleassistenza «avviata dalla direzione generale senza consultazione né con il Comune né con le parti sociali. A breve saranno attivati gli atti per il commissariamento» di Farmacap per «traghettare» l'azienda «fuori dalla crisi, attraverso l'analisi delle criticità e dei passivi che l'hanno così danneggiata in questi anni. Saranno verificati e analizzati i punti di forza e le potenzialità per garantire la continuità aziendale». Si chiude così l'era-Orgera, il destino del direttore generale è ormai segnato. Il presidente della commissione Politiche Sociali Giordano Tredicine, rassicurando i lavoratori, dice: «Farmacap non verrà privatizzata. Ipotizziamo una soluzione tipo Ama: una società mista pubblico-privata con la maggioranza saldamente in mano al Comune. Orgera non verrà confermato direttore generale: uno spoil system andrà fatto». Ieri Tredicine ha incontrato il presidente Farmacap Franco Condò e proprio il direttore generale: «La prossima settimana - ha detto Tredicine - ho convocato in commissione l'assessore al Bilancio Lamanda per studiare lo sblocco dei fondi necessari a ridare stabilità all'azienda e garantire il servizio fino al 31 dicembre. Dopodiché bisognerà prendere decisioni strutturali, come assegnare la teleassistenza e il telesoccorso a tariffe più vantaggiose: 0,90 euro l'ora anziché 2,40, facendo funzionare i braccialetti oggi senza manutenzione. Dopo la riorganizzazione l'azienda avrà anche un direttore marketing per rilanciare le farmacie comunali e farne dei veri presìdi sanitari, come quelle private. Farmacap è un patrimonio fondamentale per la nostra città e ricopre un ruolo di grande valenza sociale, un presidio fondamentale sul territorio soprattutto nelle periferie». Duro il presidente della commissione Sicurezza Fabrizio Santori: «La strumentalizzazione della vicenda Farmacap da parte del centrosinistra è inaccettabile e ridicola. Ci vuole proprio la faccia di bronzo per ergersi a paladini dei lavoratori quando per anni si è consentita una gestione dissennata cha ha condotto l'azienda in crisi. Chi ha seminato male non può pretendere di raccogliere buoni frutti o addossare responsabilità senza assumersi le proprie. Ora serve un cambio di passo rispetto al passato con un piano a breve termine che punti a salvare i posti di lavoro e una progettualità di lungo termine che ponga l'azienda al centro di un piano di sviluppo complessivo che coinvolga anche la Regione». A chiedere riorganizzazione e rilancio è anche il segretario provinciale della Uil-Fpl Paolo Dominici: «I lavoratori non possono pagare il prezzo di una gestione negli anni disastrosa. Chiediamo al Comune il blocco delle procedure di licenziamento e di definire inequivocabilmente il futuro del servizio di teleassistenza-telemonitoraggio. Basta con le proroghe: o il servizio viene affidato stabilmente a Farmacap e il personale viene strutturato oppure deve essere il Comune a gestirlo, stabilizzando i lavoratori. Bisogna inoltre risolvere il problema dei contratti di riferimento: al personale della teleassistenza si applica impropriamente quello delle cooperative sociali, con una decurtazione dello stipendio del 32%. Sull'ipotesi di trasformare Farmacap in una Spa siamo contrari, ma questo va affrontato dopo il commissariamento. Prima bisogna avviare un'indagine amministrativa e contabile per accertare eventuali responsabilità sul dissesto economico».
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