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Il Pd strizza l'occhio all'Udc per riprendere Roma

Nicola Zingaretti

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Il Pdl piegato sulle ginocchia. Un'immagine che autorizza ottimismo nel centrosinistra e nel Partito democratico in vista delle comunali del 2013, quando in palio ci sarà soprattutto Roma. Certo, non è che il Pd abbia proprio brillato. Tolti Pomezia e Ciampino (con le vittorie di Lupi e De Fusco), infatti, il centrosinistra ha vinto a Mentana con un candidato dell'Udc, Lodi, e il Pd ha trionfato sul filo di lana, per soli 32 voti, ad Ariccia, perdendo però il derby di Genzano. Insomma, una vittoria a metà. Sembrano essere proprio il modello-Mentana e l'intesa con l'Udc gli architravi su cui poggerà la scalata al Campidoglio. Il commissario del Lazio Vannino Chiti lo lascia intendere chiaramente: «Nel Lazio, nei ballottaggi in cui era presente il centrosinistra unito, il Pd vince. È particolarmente rilevante il risultato in provincia di Roma, dove il centrosinistra conferma Pomezia e Ariccia e strappa al centrodestra dopo 10 anni Mentana, con un'alleanza nuova con l'Udc che può diventare un vero e proprio laboratorio». Più chiaro di così. L'intesa con i centristi si sarebbe potuta concretizzare già alle scorse regionali, se il candidato fosse stato Nicola Zingaretti e non la radicale Emma Bonino. Proprio il presidente della Provincia, candidato in pectore per il Campidoglio, è perentorio: «Abbiamo ottenuto un clamoroso successo. I sette Comuni strappati al centrodestra al primo turno sono diventati otto con la vittoria al ballottaggio di Mentana. Fondamentali le riconferme a Pomezia e Ariccia, che sanciscono il buon governo del centrosinistra. È sotto gli occhi di tutti la fragilità conclamata di una destra sempre più in difficoltà, inaffidabile e spaccata. È finito il rapporto di fiducia tra Berlusconi e gli italiani». Da tempo Zingaretti si propone come il leader del buon governo e il successo in provincia lo accredita come uno dei vincitori di questa tornata amministrativa. Il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni non esita a dire: «Il centrosinistra può vincere anche a Roma». Per il segretario romano Pd Marco Miccoli il voto è stato «il de profundis» di Alemanno. Il segretario provinciale Leodori esulta. Il capogruppo alla Pisana Esterino Montino sottolinea le spaccature nel Pdl e la debalce del centrodestra: «Il clima politico nel Lazio è completamente cambiato. Le vittorie a Cassino, Alatri e Mentana, storiche roccaforti del Pdl, la conferma di Ariccia e Pomezia ne sono la dimostrazione più evidente. Insieme a noi ha vinto tutto il centrosinistra. Dove questo accade, va bene anche l'Udc». Il ritornello è sempre quello: l'accordo con i centristi. «I risultati elettorali dell'area romana sono la conferma del buon governo di Zingaretti e della solidità della coalizione di centrosinistra in Provincia. Festeggiamo, ma prepariamoci all'alternativa. Ora scendiamo tutti in campo uniti per dare un nuovo futuro al Paese, alla Capitale e alla Regione», fa eco il deputato Enrico Gasbarra. «La vittoria del centrosinistra è dilagante, assistiamo a una svolta storica. Il Pd si è rivelato una grande forza riformista e moderata, in grado di parlare a tutti e di raccogliere consenso anche là dove non era protagonista in prima persona. Ora anche in Regione la maggioranza, arrivata già divisa e clamorosamente dilaniata a questo confronto elettorale, dovrà prendere atto della nuova realtà politica nazionale e laziale e dovrà confrontarsi seriamente con i suoi contrasti interni e con i problemi reali dei cittadini del Lazio, come casa, rifiuti, sanità e scuola, che non hanno trovato soluzione». «Ha vinto un'Italia che rifiuta l'unico estremismo reale, quello di Silvio Berlusconi. Tanto grande e univoco è il successo delle forze di opposizione tanto necessario è l'impegno, politico e programmatico, per una nuova prospettiva di governo. Ora il Pd ha più responsabilità agli occhi della pubblica opinione», chiosa il senatore Lucio D'Ubaldo.

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