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Apriamo anche a Centro e Sinistra

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Èper questo che ho deciso di costituire quello che io chiamo un vero e proprio comitato di liberazione». Luigi Celori è convinto che il 20,55% delle preferenze prese al primo turno si moltiplicheranno al ballottaggio. Per renderlo possibile apre alle altre forze politiche: «Se eletto chiamerò in giunta le migliori personalità sul territorio». Anche se si tratta di amministratori di sinistra? «Lo scontro a questo punto non è più tra centrodestra e centrosinistra. Ma tra me e De Fusco. Se vinceremo, saremo liberi di scegliere a 360 gradi. Non apriremo solo all'Udc (il Terzo Polo con Puggioni ha detto chiaramente di essere dalla parte di Celori, ndr) ma anche ad alcuni settori della sinistra. La città deve essere amministrata dalle persone più competenti». Lo svantaggio da colmare è molto grande. Lei ha preso 6.595 voti. De Fusco 12.087. «È vero, ma faccio notare che in genere tutti i sindaci che finiscono un mandato, se hanno amministrato bene, vengono rieletti. A Pomezia invece non è accaduto. Tra l'altro, i voti di De Fusco sono meno della somma di quelli presi dalle liste che lo sostengono (65 di differenza, ndr). L'ingresso degli ex forzisti ha fatto uscire quelli di Sel. Non scordiamoci che Alba Rosa è stata suo vicesindaco. Con me, invece, c'è tutto il centrodestra, dal Terzo Polo a Città Nuove della Polverini». La governatrice l'ha nominata presidente di Autostrade del Lazio. Adesso la Polverini è ai ferri corti con il Pdl. Lei da che parte sta? «Non ho nessun problema con la Polverini. Devo a lei la nomina ad Autostrade del Lazio. C'è piena sintonia, nei giorni scorsi abbiamo visitato assieme le cliniche di Pomezia. Al ballottaggio conto di prendere voti anche da sinistra. De Fusco, d'altronde, ha fatto deprimere questo territorio». Il suo avversario è stato vittima di volantini diffamatori ed è preoccupato che incida sul voto... «Ho preso le distanze da questi volantini. Li condanno fermamente. La mia campagna, d'altronde, è sempre stata improntata alla massima correttezza». Se verrà eletto, quale sarà la prima cosa che farà? «Bisogna capire bene quanti soldi ci sono in cassa. Ereditiamo un grande debito di 113 milioni di euro. Hanno gonfiato la Pomezia Servizi e le consulenze. Dobbiamo ridurre le esternalizzazioni inutili. In poche parole tagliare queste spese e dirottare le risorse sui servizi». Con l'assessore regionale all'Urbanistica Ciocchetti ha siglato un'intesa proprio sull'urbanistica. Eppure De Fusco ha da poco approvato la variante al Prg. «È una delibera di indirizzo approvata all'ultimo come carotina per la campagna elettorale. In realtà, un Comune così indebitato, non troverà mai i soldi per portare i servizi. Bisogna fare delle convenzioni con i privati che non dovranno cedere solo le aree. Chi benificia delle nuove cubature dovrà impegnarsi a fare anche le opere di urbanizzazione. Inotre, i piani particolareggiati sono bloccati in Regione perché sono in contrasto con il Prg». Se eletto, resterà presidente di Autostrade del Lazio? «Certo. Con i miei contatti, dalla Regione al Governo, sarò un sindaco in grado di attrarre finanziamenti. De Fusco fuori da Pomezia non lo conosce nessuno. Ci sono grandi infrastrutture da fare, come la Roma-Latina e la Cisterna-Valmontone. Dobbiamo collegare lo Zoomarine al nuovo parco divertimenti di Valmontone e a Cinecittà World». Tra le sue parole d'ordine c'è il lavoro. Cosa farà? «Noi soffriamo la delocalizzazione. Bisogna portare i servizi all'area industriale, in alcune zone manca ancora l'acqua potabile. La domanda di lavoro è alta. All'ultimo concorso comunale ci sono stati 11.800 iscritti per soli 20 posti. Dobbiamo investire anche sulla cultura. Vogliamo aprire, assieme al sottosegretario Giro, l'area archeologica a Pratica di Mare. La città continua a crescere. Siamo arrivati a 63mila abitanti. Servono servizi, nidi e materne. Con l'housing sociale dobbbiamo acquisire nuove case». Ha riproposto il progetto della metro leggera da Ostia a Torvaianica. Se ne parla da anni ma non si è mai visto niente. «Fui io a far stanziare i fondi nel 2004 sotto la giunta Storace. Costava 127 milioni. Nel 2009 avrebbe dovuto essere pronta, ma poi sotto Marrazzo si è bloccato tutto. Oggi il costo è lievitato, servono 160 milioni. C'è l'impegno del ministro Matteoli e dell'assessore Lollobrigida. Ci vorranno cinque anni per realizzarla». Dar. Mar.

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