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Roma caput mundi dell'accoglienza

Roma, veduta dall'alto

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Si sono incontrati alle 7.30, per caso, sindaco e vice, in giro per la città praticamente da 72 ore, per vigilare sulla Capitale e sul milione e mezzo di pellegrini che per due giorni hanno «abbracciato» Roma. Promossi a pieni voti «i romani innanzitutto», dice Alemanno «che ancora una volta hanno mostrato grande cuore e pazienza», poi operatori, volontari, vigili, autisti e forze dell'ordine. Un evento eccezionale, quello del 1° maggio, vissuto all'insegna della solidarietà e della libertà. Libertà di passeggiare e pregare a San Pietro, di ballare e cantare a piazza San Giovanni. Una sfida enorme, vinta grazie al gioco di squadra tra istituzioni. A sottolinearlo il prefetto Pecoraro: «Per la prima volta nonostante il grande evento, non era presente la Protezione civile nazionale; questa mancanza, non voluta da noi, ha fatto in modo che ci fosse una intensa collaborazione tra le istituzioni locali. Questo che ha determinato il successo di una giornata storica. A memoria non ricordo due eventi di tale portata nella stesso giorno». Un successo «tutto nostro», insomma che «deve essere un investimento per il futuro. Ad esempio per le Olimpiadi - rimarca il sindaco - per far capire al mondo che Roma c'è ed ha un'organizzazione in grado di accogliere grandi eventi». Così è stato. Da sabato mattina, quando le strade del centro hanno iniziato a popolarsi di pellegrini. Camminavano in gruppo, chi con la bandiera polacca, con quella spagnola, svizzera o italiana. Tutti però ne avevano un'altra: quella di Karol Wojtyla. Un'emozione vissuta a San Pietro e nelle altre piazze, dove c'erano i maxi schermi: da Circo Massimo a Santa Maria Maggiore, a da piazza Esedra a piazza Risorgimento. E se il concerto di ieri in piazza del Campidoglio è stato rimandato causa maltempo al 18 maggio, la basilica di San Pietro riaprirà stamane alle 7 a quanti vorranno rendere al Beato Karol. Intanto il Comune continuerà a ricordarlo. Sempre ieri Alemanno, con il sottosegretario Letta e la presidente del Lazio Polverini, ha intitolato a Wojtyla il piazzale della Croce a Tor Vergata, dove nel 2000 si svolse la Giornata della Gioventù. Si pensa poi a dedicare a Giovanni Paolo II un tratto di via Marsala. Inoltre, i "gadget" rimasti invenduti come stendardi, felpe e cappellini saranno all'asta su internet per la Caritas di Roma. Unico «neo» dell'evento l'"assenza" del governo, nell'organizzazione e nel "sostegno". Le giornate del 30 aprile e del 1° maggio infatti sono costate al Campidoglio 4,6 milioni di euro: 3 milioni 325 mila per i servizi essenziali, di cui 370 mila rimborsati dall'Opera Romana Pellegrinaggi, per un costo a carico del Comune di circa 2,6 milioni. L'accoglienza è costata invece quasi 2 milioni. «Scriverò a Letta - ha anticipato il sindaco - per capire se il governo intende darci una mano per lo sforzo straordinario di Roma. Se la beatificazione fosse stata considerata "grande evento" le spese sarebbero state a carico dello Stato». Eppure, tutte le massime cariche dello Stato sono state ringraziate da Benedetto XVI in mondovisione.

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