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Soldatessa si spara dopo la lite col fidanzato

Sala operatoria

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Erano le 12,30. Il suo turno di guardia davanti all'ambasciata d'Algeria era quasi finito. La soldatessa A. M. C., nata a Bari 24 anni fa, arruolata nel corpo degli Alpini, stava parlando al telefono con il fidanzato. La discussione aveva preso una brutta piega. I due hanno iniziato a litigare. Poi lei ha urlato: «Basta»!. Ha impugnato il fucile di ordinanza, lo ha rivolto verso l'addome e ha premuto il grilletto. Il proiettile, fortunatamente è entrato da una parte ed è uscito dall'altra. Le sue condizioni sono gravi ma la sua vita non dovrebbe essere in pericolo. Assieme alla soldatessa, in quel momento, c'era anche un altro volontario dell'esercito di guardia davanti all'ambasciata in via Antonio Bertoloni, ai Parioli. Una donna che abita di fronte all'ambasciata ha sentito lo sparo e ha subito chiamato le forze dell'ordine. «Mi sono affacciata alla finestra e ho visto la ragazza distesa per terra, con un uomo in borghese che le metteva una giacca sotto la testa», ha raccontato. Un'altra donna, che abita lì vicino, è scesa in strada con delle coperte per tamponarle la ferita. Un testimone ha raccontato che, quando era distesa sul selciato, la soldatessa ha iniziato a urlare «aiuto». I colleghi della ragazza, volontaria del progetto «Strade sicure», hanno subito dato l'allarme. Sono intervenuti gli agenti del commissariato Villa Glori e la polizia Scientifica. Il fidanzato ha raccontato agli investigatori la lite che avevano avuto per telefono. Quando il colpo è partito, il compagno stava guidando ed era ancora in ascolto all'apparecchio. La ragazza, trasportata al Policlinico Umberto I, è stata operata d'urgenza. È rimasta sotto i ferri per sei ore in un delicato intervento chirurgico all'addome. Il capitano dell'Esercito Matteo Tuzi ha spiegato che «il proiettile è stato esploso dal fucile calibro 5,56 millimetri in dotazione dell'esercito». Secondo Tuzi si sarebbe trattato di un «incidente». I genitori sono partiti ieri pomeriggio da Bari con un mezzo messo a disposizione dall'Esercito. Quello di ieri non è certo un caso isolato. Il 28 ottobre scorso, la tenente dei carabinieri Claudia Racciatti di 29 anni si è uccisa con un colpo di pistola nella caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa in via Giulio Cesare. Racciatti era stata tra le finaliste di Miss Italia nel 1999 ed ex miss Rocchetta. Nel gennaio del 2010, invece, il caporal maggiore dell'Esercito, Giuseppe Ferrera di 26 anni, si è sparato un colpo di arma da fuoco, nei pressi dell'ambasciata tedesca. Ferrera, effettivo al 1° reggimento Granatieri di Sardegna, era anche lui impiegato nell'operazione «Strade Sicure», come la soldatessa che è rimasta ferita ieri ai Parioli. Nel gennaio del 2000, infine, un marinaio di 24 anni, Nicola Farfaglia, si sparò mentre era di guardia all'Altare della Patria. Accanto a lui c'era l'altro marinaio di guardia che sentì l'esplosione e lo vide accasciarsi a terra.

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