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Lezione di illuminismo

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diLORENZO TOZZI A Roma mancava da quarant'anni. A tenerla a debita distanza solo la ostica lingua tedesca e la formula del Singspiel, che impone sulla scena cantanti che siano anche ottimi attori. Ma è la musica di Mozart ad assicurare il successo de «Il ratto dal Serraglio», opera di ambientazione turchesca (da martedi all'Opera) che si conclude con un lieto fine solo per la generosità di un Sultano che restituisce le donne rapite dai suoi corsari ai rispettivi fidanzati. Sul podio Gabriele Ferro, mentre la regia sarà firmata dall'inglese Graham Vick, che a Roma firmò una Lucia qualche anno fa, a suo agio con l'universo sonoro mozartiano. Cosa rappresenta per lei «Il ratto dal serraglio»? Nel catalogo teatrale mozartiano rappresenta il primo capolavoro assoluto, un gioiello in cui al compositore spiccano le ali. Mi sarebbe piaciuto farlo in italiano. Una volta era normale tradurre le opere, come hanno fatto Verdi o Donizetti. Ho fatto una regia per aiutare il pubblico a capire. Nelle mie regie voglio rendere accessibile un'opera, cercando di capire e comunicare ciò che trovo. Quale rimane la cifra distintiva di questo suo allestimento? Qui si sente il grande compositore che anticipa temi che troveremo nelle Nozze di Figaro, Così fan tutte e persino nel Flauto magico. C'è un alito di illuminismo, di massoneria, il concetto che l'eros cambia la vita. Ora mi sto concentrando sul linguaggio di un Singspiel che parla di cose profonde ma è al contempo giocoso, frizzante e leggero: in un secondo si passa dalla commedia alla tragedia, ma senza tradire mai la trama. Il messaggio di fondo è illuministico, un messaggio di compassione e umanità. Di quale messaggio si tratta? Capire e perdonare i fallimenti altrui e avere fiducia nell'amore e non nella passione. Ed è il sultano, uno straniero, quello che fa l'ultimo e decisivo passo: è uno che pensa non uno che parla, non è un filosofo, ma un essere pensante che mette in opera quello che pensa, non parla mai senza fare. Non è un teorico della filosofia, ma mette in pratica i suoi principi. Le azioni sono più importanti dei pensieri. Questo l'insegnamento eterno dell'Illuminismo.

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