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L'altra faccia di Mazzini Il patriota «musicale»

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Èquesto il titolo della mostra allestita dal 31 marzo al 29 maggio al Museo Napoleonico, a cura di Pietro Finelli, Giuseppe Monsagrati, Paolo Peluffo, Raffaella Ponte, Stefano Ragni e Anna Villari. L'esposizione, celebra il valore sociale e rivoluzionario della musica in epoca risorgimentale e descrive il rapporto che Giuseppe Mazzini instaurò con la musica stessa, approfondendone i risvolti sia dal punto di vista teorico e filosofico sia da quello più intimo e personale. È del resto ben noto come Mazzini sia stato amico di molti artisti, da Mario Candia, la cui casa parigina venne utilizzata come base per incontri e cospirazioni patriottiche, a Giulia Grisi, Antonio Ghislanzoni Agostino Ruffini. Testimonianze originali, oggetti personali e documenti provenienti, tra gli altri, dalla Domus Mazziniana di Pisa e dall'Istituto Mazziniano di Genova, sono accompagnati in mostra da pannelli e immagini. Tra le testimonianze originali, il testo de «La Filosofia della musica», pubblicato nel 1836, il manoscritto con lo spartito musicale autografo, il «Canto delle mandriane bernesi», che riproduce un canto popolare svizzero ascoltato nel 1836 durante l'esilio svizzero a Grenchen, e alcuni degli spartiti della collana di spartiti musicali patriottici patrocinata dallo stesso Mazzini negli anni Sessanta del secolo.

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