Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

In condizioni disperate al Sant'Eugenio

default_image

  • a
  • a
  • a

Lottacontro la morte nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Sant'Eugenio la donna che ieri sera s'è lanciata insieme alla figlioletta di otto anni dal balcone dell'appartamento situato al quarto piano di una palazzina di via Lombardo Radice, a Tor Pagnotta, dopo averla accoltellata due volte nella sua cameretta. Portata dall'ambulanza dell'Ares 118 in condizioni disperate, è in coma, la quarantacinquenne è stata immediatamente intubata dall'équipe medica nel tentativo di stabilizzarne il precario quadro clinico. Nella stanza dov'è stata ricoverata sono entrati in rapida successione, subito dopo il suo arrivo nell'ospedale di viale dell'Umanesimo, chirurghi, un ortopedico, sacche di sangue. Di corsa, in un frenetico andirivieni. «Si trova in condizioni gravi, anzi disperate. Stiamo facendo il possibile per riuscire a salvarle la vita. È ancora troppo presto per fare previsioni o per sciogliere la riserva sulla prognosi», riferisce il personale medico del Sant'Eugenio. «È piena di fratture. I traumi non si riuscivano neanche a contare quand'è arrivata in Pronto soccorso», raccontano gli infermieri. La donna è in stato d'arresto. Fuori dal nosocomio una pattuglia dei carabinieri. Dentro al reparto sono subito arrivati i loro colleghi per piantonarla e portare avanti le indagini. La donna, un'insegnante di educazione fisica di 45 anni, stando a quanto ricostruito sinora, soffriva da tempo di crisi depressive ed era in cura. Circostanza confermata ai carabinieri anche dal marito e padre della bimba uccisa, un impiegato: «Non mi sarei mai aspettato una cosa simile. Sono distrutto. È stato un fulmine a ciel sereno», ha detto l'uomo. Dopo essere stata stabilizzata, la donna, intubata, adagiata in barella dai medici e scortata dai carabinieri presenti sia all'interno del reparto di Rianimazione sia all'interno della sua stanza, è stata portata dai medici in Chirurgia Ortopedica per essere operata.

Dai blog