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Buche colorate per protesta

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FREGENEDa due anni nessuno asfalta più le strade di Fregene. Le buche sono ormai centinaia. Quattro consiglieri comunali hanno deciso di dipingerle. Per mettere in guardia i turisti che stanno già arrivando sulle spiagge e per chiedere di rattopparle facendo pagare i privati. «Perché a Fregene sono le società Ala 97 e Ares 2002, in base alla convenzione firmata con il Comune di Fiumicino, a dover provvedere alla manutenzione della maggioranza delle strade», spiegano Massimiliano Graux, Marco Fantauzzi, Ferdinando Romani e Salvatore Miele, che hanno inviato ieri una lettera aperta al sindaco Mario Canapini e all'assessore comunale ai Lavori pubblici Antonio Prete. «Dal 2009 la manutenzione ordinaria e straordinaria è inspiegabilmente ferma. Il lungomare di levante, via Capo d'Orlando, via Castellammare, via Portovenere sono piene voragini». Asfalto disseminato di buche anche in via Rapallo, via Paraggi, via Bagnoli e via Giulianova. In viale della Pineta le buche sono state cancellate ma si sono riaperte poco dopo. «La metà della rete viaria è da riasfaltare per problemi di sicurezza innanzitutto», sottolinea Massimiliano Graux, che ha promosso la singolare iniziativa visto che di mestiere fa l'assicuratore. «Troppi gli incidenti stradali: spesso i motociclisti, per evitare i crateri, finiscono nella carreggiata opposta e si scontrano con le auto». E poi ci sono i bagnanti, migliaia ogni fine settimana. Il lungomare disseminato di voragini non è certo un bel biglietto da visita. La convenzione tra privati e Comune scadrà il 2 agosto 2014. Attendere ancora tre anni che qualcosa si faccia non si può. Quindi agli ingegnosi consiglieri comunali è venuto in mente di colorare con vernice fosforescente le buche, per renderle visibili a distanza. Inizieranno lunedì, partendo proprio dal lungomare. Così che centauri, ciclisti e automobilisti possano evitarle. «Se il consorzio di imprese responsabile della manutenzione non interverrà, chiediamo che vengano aperte le procedure di recupero delle somme necessarie sbloccando le fidejussioni a garanzia date all'atto della stipula della convenzione», scrivono Graux, Fantauzzi, Romani e Miele. In passato, quando il consorzio non curava le strade, il Comune prodeva con i lavori di asfaltatura «in danno». Cioè prendeva i soldi delle tasse versate dai fiumicinesi e chiudeva le voragini. «Non vediamo motivo per far continuare a pagare i cittadini», concludono i consiglieri ribelli.

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