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Alemanno-Maroni la pace è fatta

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Gianni Alemanno

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Si sono visti all'imbrunire, intorno alle 18. Stesso orario dell'appuntamento annunciato l'altroieri da Alemanno e poi smentito da Maroni. Se l'incontro, durato meno di un'ora, abbia sancito la pace tra il ministro dell'Interno Maroni e il sindaco Alemanno è presto per dirlo. Del resto i toni dei giorni scorsi sono stati talmente accesi da mettere in discussione l'equilibrio politico del centrodestra. «Un incontro molto positivo, in un clima di piena collaborazione, sono molto soddisfatto», ha commentato il primo cittadino all'uscita dal Viminale, lasciando poi a una nota del ministro alcuni dettagli sull'esito della riunione. «È stato un incontro molto cordiale - si legge poco dopo nella nota del dicastero - alla fine del quale si è deciso che mercoledì, 16 febbraio, alla riunione dei commissari straordinari per l'emergenza nomadi, il prefetto di Roma e commissario per il Lazio, Giuseppe Pecoraro, alla luce delle nuove esigenze che si sono evidenziate sul territorio, porterà un aggiornamento del Piano nomadi per il Lazio che sarà poi valutato dal Governo». Il primo equivoco è stato dunque chiarito. I 30 milioni di euro che il commissario straordinario del Governo per l'emergenza nomadi, il prefetto Pecoraro appunto, ha chiesto tramite l'ormai famigerata lettera «appresa dalla stampa dal ministro», non riguardano il Piano Nomadi della Capitale, già approvato e in parte finanziato, ma si tratta di risorse da destinare agli sgomberi dei nuovi micro campi. Soldi che, come ha ricordato Alemanno nei giorni scorsi, gestisce direttamente la prefettura e non il Campidoglio. Messo da parte l'orgoglio poi, ad annunciare l'incontro è stato in mattinata il ministro Maroni, mentre Alemanno a domanda se fosse vero (stavolta) l'appuntamento delle 18, ha risposto placidamente: «Non posso smentire il ministro». Ma se la diplomazia ha riportato a livello istituzionale i toni del dialogo tra Campidoglio e Viminale, la prova del nove è attesa alla cassa. Solo così si potrà capire se lo scontro tra Maroni e Alemanno sia stato soltanto uno scivolone caratteriale o se dietro ci sono motivazioni più profonde dovute alla spada di Damocle delle elezioni anticipate. I commenti di diversi e autorevoli esponenti della Lega Nord non solo in merito alla tragica morte di quattro bambini ma anche al comportamento e alla solidarietà espressa dal presidente Napolitano, avrebbero frenato Maroni non tanto nell'elargire denaro (in questo caso servirà anche il parere di Tremonti) quanto nel dare risposte più consone ai rapporti tra istituzioni. Per questo, una volta calato il polverone, si vedrà se tra ministro e sindaco sarà pace vera. Di quella tra Alemanno e Maroni poco ci importa.

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