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La Cassia rischia di chiudere

Gli operatori incaricati dalla Provincia di ripulire la Cassia bis

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Cassia bis libera dai rifiuti. Per ora. Alla fine - ovvero dopo mesi di ping pong di responsabilità tra Comuni, Provincia, Regione e Astral sui responsabili incaricati della manutenzione ordinaria, e dunque anche della pulizia dell'arteria - ci ha pensato la Provincia, che nel fare fronte all'emergenza tiene comunque a ribadire come, quella di ieri, sia da considerarsi un'operazione straordinaria che, per competenza, spetterebbe ad Astral, azienda stradale regionale. Così come ad Astral toccherebbe dare corso ad una serie di interventi strutturali, in primis il rifacimento del manto stradale, questa volta non solo sulla Veientana ma soprattutto sulla Cassia «costellata di buche grandi come crateri senza i quali - denunciano i tecnici della Provincia - alla prossima pioggia sarà necessario chiudere la strada. Insomma, per un problema che - quantomeno fino alla prossima querelle istituzionale - può dirsi risolto, ovvero quello della «monnezza», se ne solleva un altro, questa volta ben più grave, che attiene alla sicurezza. Partendo dal nodo spazzatura, come dicevamo, ieri mattina gli operai della società Liasa, su incarico della Provincia, che dunque si è accollata il costo dell'operazione, ancora da quantificare, hanno provveduto a liberare le piazzole della Cassia bis in entrambi i sensi di marcia - circa 15 aree di sosta tra Roma, Formello e Campagnano - dai cumuli di rifiuti che avevano ridotto l'arteria a discarica a cielo aperto. Operazione estesa anche a un tratto di Cassia e alle rampe che conducono sulle strade urbane, invase dalla spazzatura. Destinazione discarica di Bracciano nella speranza che d'ora in poi la situazione cambi. A chiedere chiarezza sulle responsabilità anche la direttrice del Parco di Veio, Alessandra Somaschini. «Abbiamo informato la Procura di quanto successo perché, con questo rimpallo di competenze a livello istituzionale, non sapevamo a chi rivolgerci». Poi, ma non meno importante, il fronte sicurezza. È il capo cantoniere delegato della Provincia, Maurizio Porro, a puntare i riflettori sulla Cassia. «Di interventi strutturali questa strada non ne vede da anni - mette in guardia Porro - e oggi il grado di pericolosità per chi vi transita è elevatissimo. Specie tra i chilometri 23-26 e 32-34, la Cassia è da considerarsi impraticabile: buche profonde, avvallamenti, segnaletica, guard rail e catadiottri praticamente inesistenti. Ogni settimana ci arrivano almeno 10 richieste di risarcimento danni, ma con la vita non si scherza: se Astral non interviene subito, alla prossima pioggia chiudiamo la strada».

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