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Pazienti come valigie

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Pazienti nei corridoi in attesa di essere visitati

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ALBANO Autoambulanze in fila indiana, con malati a bordo, che sovraffollano il piazzale di fronte al pronto soccorso in attesa che si liberi una barella. Un piccolo container come sala d'aspetto, dove l'aria è irrespirabile e feriti e ammalati sono accalcati in attesa di essere visitati. Esseri umani che, all'interno del reparto di emergenza, sostano in corridoio su barelle tra scatoloni di medicinali, set per infusioni e materiale da scarto. Poco spazio e pochi mezzi come la sola macchina di rianimazione e ventilazione disponibile. Poche risorse umane rispetto alla mole sproporzionata di pazienti da soccorrere. Le immagini potrebbero trarre in inganno: non si riferiscono ad un ospedale militare da campo, ma al pronto soccorso dell'ospedale San Giuseppe di Albano. Dopo il piano di riordino della Regione, Albano ha tre posti in meno in Breve osservazione che adesso ne conta sei. Altri sei depennati a urologia mentre cardiologia è passata da 14 a 10 letti. Tre medici in meno rispetto lo scorso anno, mai sostituiti. Tredici medici, soccorrono più di 120 pazienti al giorno che, spesso, fanno i pendolari in ambulanza tra Albano e Genzano. Questo perché Genzano ha il reparto di medicina di cui è privo, invece, Albano, l'unico nosocomio dell'area, insieme a Velletri, ad avere il pronto soccorso. E i pazienti soccorsi ad Albano, che necessitano di emodinamica, coronarografia, angioplastica, neurochirurgia, nonché gli infartuati, vengono tutti trasferiti a Roma. «Un buon 25 per cento delle autoambulanze che arrivano sono private - dice Orlando, marito di una paziente - questo perché i mezzi non bastano da quando sono impegnati a fare la spola tra i vari ospedali limitrofi. Immaginarsi i costi, altro che tagli della sanità». Carla B., medico del 118 scuote la testa, «ogni giorno è il finimondo - dice - prima c'erano i pronto soccorso di Marino e Genzano, ma ora è un inferno. Com'è possibile smaltire più di dieci autoambulanze avendo disponibili solo quattro barelle? I malati aspettano ore, anche notti intere sui mezzi nel piazzale». Martina invece racconta l'esperienza vissuta dal ragazzo: «L'ortopedico è disponibile tutti i giorni dalle 14 alle 20 tranne la domenica - racconta - purtroppo il mio ragazzo ha aspettato diciotto ore, col braccio fratturato, che arrivasse l'ortopedico».

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