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Con «Michelina» Maria Amelia Monti va a caccia di miracoli

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Siamonel 1948. In Vaticano hanno urgenza di proclamare santa suor Ercolina, ma sono necessari tre miracoli e invece se ne trovano a stento due. Il cardinal Dorigo un miracolo ce l'avrebbe: l'ha chiesto e ottenuto per il fratello una mondina lombarda. Sarebbe perfetto se non fosse per un dettaglio: benché compaesana di suor Ercolina, la donna non ha invocato lei. Pur di velocizzare il processo, Dorigo decide di andare di persona in Lomellina a vedere se sia possibile ottenere un piccolo ritocco a questa versione. Arturo Bonavia, uno sgangherato cantante che gira le balere di terz'ordine, si ritrova senza soubrette, e assume Michelina, una donna che canta sguaiatamente e si muove male, ma ha il fisico giusto, e Arturo, con comico cinismo, le insegna a stare sul palcoscenico. La libertà di Michelina, la sua disarmante ingenuità, l'ignoranza, la franchezza e l'umorismo involontario, la rendono irresistibile per chiunque, ma specialmente per il cardinal Dorigo, che tutto si aspettava tranne che la donna graziata fosse una soubrette del varietà. Lasciati soli per conversare del miracolo, Dorigo e Michelina camminano per i campi, si confidano, cantano, e, quando cercano di sottrarsi a quanto sta avvenendo, è tardi: si sono già innamorati. La reazione della gerarchia è immediata; quando, però, di mezzo c'è una santa e c'è l'amore, i miracoli diventano possibili. Sostenuta da un umorismo contagioso e da un ritmo narrativo incalzante, ìMichelina” è un modernissimo ritratto dell'Italia com'era, un gioco di sentimenti che avvince, commuove e diverte.T. D. M.

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