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"Alemanno mi ha ferita"

Laura Marsilio, ex assessore di Roma Capitale alla Scuola

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Laura Marsilio esce di scena con stile e a testa alta. Nel giorno del passo d'addio, l'ormai ex assessore di Roma Capitale alla Scuola non si sente sconfitta, rivendica i meriti del lavoro svolto e i risultati raggiunti, ringrazia il proprio staff e non risparmia frecciate al sindaco Alemanno. Accanto a lei nella sala del Carroccio in Campidoglio, nel momento più triste dei suoi due anni e mezzo di governo capitolino, ci sono tutti i «gabbiani», i suoi padri politici: Fabio Rampelli, Giorgia Meloni, Marco Marsilio, Maurizio Gasparri. Laura Marsilio, com'è stato il suo primo sabato da ex assessore? «Conferenza stampa a parte, sono stata insieme al mio staff, con tutte quelle persone che mi hanno seguito e aiutato con passione e dedizione. Il pomeriggio con i miei figli». Meriti e rimpianti di due anni e mezzo di lavoro?  «Sono orgogliosa di quanto fatto. Il rammarico è non poter continuare a svolgere un lavoro a cui tengo molto e non poter vedere i frutti nel 2011 dei tanti progetti per i giovani. Credo di aver lavorato bene, raggiungendo obiettivi importanti come dimezzamento delle liste d'attesa degli asili nido, viaggi della Memoria, ludi motori, menu regionali al posto di quelli etnici, servizi integrativi per la prima infanzia, i campanidi». Ha già parlato con il suo successore De Palo? «Sì. Ci conosciamo e in questi due anni e mezzo abbiamo lavorato insieme. Gli ho fatto gli auguri. Ci incontreremo a breve e spero possa portare a termine i tanti progetti avviati». Come giudica la sua «bocciatura»? «Non credo sia stata une decisione di merito. Ho ricevuto talmente tanti attestati di stima... Tutti gli obiettivi sono stati centrati, ma onestamente non so se Alemanno abbia letto i resoconti sui risultati del mio assessorato». Cosa farà ora? «Faccio politica da vent'anni. Sono sempre stata una militante con tutti i rischi che questo comportava in passato. Continuerò a lavorare con il mio staff sui temi della scuola e dei giovani. Le deleghe? Se Alemanno mi vuole ridare una delega io rivoglio la scuola. Non ho avuto nessuna proposta dal sindaco e comunque non la riterrei ricevibile». Si reputa ancora amica di Alemanno? «Conosco Gianni da quando avevo diciotto anni. Non mi aspettavo una comunicazione dal mio referente politico Rampelli, ma un incontro e un colloquio col sindaco. Pensavo che la galanteria lo contraddistinguesse ma in questo caso non è stato così e mi ha ferita. Il rapporto si è incrinato. Non sarà più di amicizia, ma un pragmatico». Ma da martedì Alemanno non l'ha mai chiamata? «Mi ha telefonato alle 23.30 di martedì dopo l'azzeramento della giunta. Chiama da anni a tarda ora e siamo abituati... Mi ha detto che ci saremmo incontrati, ma poi non si è più fatto vivo. Mi ha richiamato solo venerdì sera, sempre dopo le 23. Ma ormai era troppo tardi, non c'era più niente da dire. Non ho risposto».   Chi le è stato pià vicino in questo momento? «Rampelli, Scurria, Giorgia Meloni e il mio staff. Li ringrazio. E i miei bambini, che mi hanno chiesto: "Mamma, cos'è successo col sindaco?" Da donna e madre pensavo che Alemanno implementasse la presenza femminile in giunta. La maternità dà una visione del mondo diversa e più completa. Faccio gli auguri a Sveva Belviso, l'unica donna superstite».  

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