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All'Auditorium profumo di Vienna

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Nontogliete il valzer agli austriaci, tanto meno quello del Concerto di Capodanno, o quello delle Debuttanti coi Cadetti, che ogni anno segna l'ingresso delle ragazze nella maggior età. Anche per noi romani dunque, su iniziativa di «Musica per Roma», domani sera 1° gennaio 2011 alle ore 18 (con replica l'indomani sempre alle 18), nella Sala Cecilia del Parco della Musica, i celebri valzer di quel paese dalla grande tradizione artistica e musicale prenderanno vita nel «Gala Viennese», eseguito dall'Orchestra Roma Sinfonietta guidata dallo svizzero Karl Martin. Il direttore, che è stato vent'anni alla direzione musicale del Massimo di Palermo, è specializzato nella musica mittel-europea: l'Orchestra è giovane ma affermata, ed iniziò eseguendo le stagioni musicali dell'Università di Tor Vergata. Il valzer viennese incarna la letizia, ma soprattutto la raffinatezza dell'aristocrazia austriaca, così come la incarna l'operetta col suo spirito lieto e spensierato, ma sempre aristocratico e velato di malinconia «fin de siècle»: perciò, quando al Teatro dell'Opera tre anni fa venne rappresentata «La Vedova allegra» di Franz Léhar, nell'interpretazione audacemente popolaresca di Vincenzo Salemme, non pochi austriaci presenti lasciarono la sala, al grido (si fa per dire) di «Vienna non è Napoli». Domani dunque ci accompagnerà la mitica, suasiva, e sempre spumeggiante e trascinante musica di Johan Strauss il giovane (Vienna 1825-99) - di Strauss senior, suo padre, avremo il celeberrimo valzer d'apertura della «Radetzky Marsch»: e non ci sembri straniera l'ouverture dell'opera «Ruslan e Ludmila» del romantico Michail Glinka, insieme con due noti e amati valzer di Ciaikovsky per i balletti «Il lago dei Cigni» e «La bella addormentata nel bosco», saranno anche accostati alla polka (l'op.319, l'op. 214, l'op.324), poiché non poco del folklore ungherese entrò nella cultura austriaca, trovandosi allora l'Ungheria sotto la corona asburgica: indi culmineranno nel valzer più conosciuto del mondo, l'op.314: «Sul bel Danubio blu». E restare seduti in poltrona sarà un bel problema. Il Concerto di Capodanno non ha mai cessato di donarlo al suo pubblico il Maestro Angelo Jannoni, che dirige da sempre i «Concerti del Tempietto»: anche se d'inverno essi non risuonano nella fiabesca Casina delle Civette in Villa Torlonia né fra le arcate del Teatro di Marcello, ma invece lì presso al chiuso, nell'imponente settecentesco Palazzo Baldini. Qui, domani alle 17,15 il pianista spezzino Stefano Bigoni, diplomatosi al conservatorio, perfezionatosi all'Aquila e oggi concertista in piena attività, eseguirà – dopo una Sonata di Clementi e la Grande Polacca Brillante di Weber – lo Chopin dei Notturni, indi la sua Tarantella op. 43, la Fantasia-improvviso op. 66 e, infine, tre dei difficili, passionali, travolgenti Studi dell'op. 10.

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