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Il Tar caccia Ciani Torna il commissario

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DariaGeggi Ciani deve lasciare di nuovo la presidenza dell'Autorità portuale. Sulla poltrona più alta di Molo Vespucci torna il commissario Fedele Nitrella, comandante della Capitaneria di porto. Il Tar del Lazio ha infatti respinto la richiesta di sospensiva del decreto di commissariamento dell'Authority presentata da Ciani. Per l'ex presidente si tratta di una scelta politica. Diversa la motivazione fornita dal giudice amministrativo: «Il provvedimento impugnato (il commissariamento, ndr) non appare censurabile, emergendo una ampia valutazione delle circostanze che hanno indotto il Ministero vigilante ad eliminare gli effetti pregiudizievoli di una ormai radicata non corretta gestione delle attività proprie dell'Autorità portuale e ad assicurare, attraverso il commissariamento, il regolare funzionamento dell'Autorità, nelle more del rinnovo dell'organo di vertice». Il reintegro di Nitrella è stato ufficializzato ieri mattina, ma la voce era iniziata a circolare già giovedì sera. Una decisione che ha ribaltato quanto disposto, il 19 novembre scorso, dal presidente della sezione, il giudice Giuseppe Daniele, che con la sua decisione cautelare aveva reinsediato Ciani sulla poltrona di Molo Vespucci dopo 72 ore. Da ieri, quindi, il porto è commissariato: a pesare sulla scelta del Tar di sostenere quanto disposto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, sono state le questioni relative alle concessioni demaniali, con il Tar che ha parlato di «oggettive disfunzioni», e agli autisti comandati dalla Regione, vicenda che «ha incrinato l'indispensabile fiducia con l'amministrazione vigilante». Ciani però non si rassegna ed è pronto a ricorrere al Consiglio di Stato: «Confermo che si tratta di scelte di carattere politico. Rispetto la decisione del Tar, le sentenze non si commentano. Mi dispiace soprattutto per il porto, che è il maggiore danneggiato dal prolungarsi di questa fase di incertezza. In un momento di crisi come quello attuale si moltiplicano gli effetti negativi derivanti dalla mancanza di un riferimento certo per gli investitori e per gli stessi operatori portuali». Stessa preoccupazione espressa da Cgil, Cisl e Uil che sottolineano l'esigenza di un'azione comune tra istituzioni e parti sociali che insistono «per superare una situazione di grave crisi economica e occupazionale».

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