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Muore sotto i ferri Picchiati i medici

Mauro Ponticelli di Anzio è morto al San Filippo Neri durante un'operazione

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Le urla strazianti della mamma che invoca il suo Mauro, come se bastasse il richiamo di una madre a far tornare in vita il figlio. E la furia dei parenti che si scagliano su due medici e un portantino del San Filippo Neri. Un ragazzo di 29 anni è morto ieri mattina sotto i ferri, durante un intervento per l'asportazione della milza. E la rabbia dei familiari che attendevano l'esito dell'operazione è esplosa senza «se» e senza «ma», come se non esistesse più giustizia a questo mondo, né speranza di poter mai accertare la verità. Sconcerto, dolore, sfiducia. Sono i sentimenti che hanno innescato l'aggressione, con una decina tra amici e familiari decisi a farsi giustizia. E due medici e un portantino impegnati a difendersi. Una rissa, fra insulti e minacce, consumata a pochi metri dal corpo ancora caldo sul tavolo operatorio di un ragazzo con una malattia congenita del sangue che non poteva più tenersi la milza. E se non fossero intervenuti gli agenti del posto di polizia del San Filippo Neri, non è escluso che parenti e amici del ragazzo morto sarebbero andati ben oltre la frattura al naso e le contusioni guaribili in dieci giorni inferte ai tre sanitari nella dura reazione avuta quando hanno appreso la tragica notizia. La prima a sapere è stata la madre di Mauro Ponticelli, di Anzio. Intorno alle dieci il primario chirurgo e l'anestesista - una donna medico - le sono andati incontro e le hanno detto. La donna è sbiancata. Si è voltata verso parenti e amici seduti in corridoio. E solo quando i medici si sono rivolti al gruppetto è scattata l'aggressione. L'operazione cui era stato sottoposto Mauro era un intervento programmato. «Era affetto da una grave malattia ematologica genetica - conferma il direttore sanitario dell'ospedale, Lorenzo Sommella - che ha indotto i medici, viste le condizioni in cui versava, ad asportargli la milza». Ma sotto i ferri qualcosa non ha funzionato. «Nella fase di avvio dell'anestesia - spiega Sommella - il paziente ha avuto un evento acuto, di che natura lo chiarirà l'autopsia, ed è andato in arresto cardiaco. Purtroppo, nonostante gli interventi immediati e tempestivi per rianimarlo, non c'è stato nulla da fare». A questo punto, il chirurgo e l'anestesista hanno lasciato la sala operatoria per dare ai familiari del ragazzo la drammatica notizia. Ma il dolore ha fatto scattare la rabbia. «Sono stati aggrediti con violenza - spiega il direttore sanitario - e con loro è finito in Pronto soccorso, per le percosse subite, anche un ausiliario accorso in loro aiuto. Due hanno avuto una prognosi inferiore a dieci giorni, l'altro la frattura del naso». Per placare gli animi «è intervenuta anche la polizia».   La famiglia della vittima, ha poi presentato denuncia ipotizzando irregolarità o incompetenze da parte dei medici. Questi ultimi, invece, non risulta abbiano presentato esposti riguardo all'aggressione subita. Sul giovane morto e la successiva aggressione dei parenti ai danni dei medici, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo preliminare. Il direttore generale del San Filippo Neri, Mimmo Alessio, esprimendo solidarietà alla famiglia, parla però di «psicosi nei confronti dei medici, che non li fa lavorare in tranquillità». «Stabiliremo le cause della morte». Morte che potrebbe essere stata causata dall'induzione dell'anestesia.   Il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, ha annunciato l'invio dei carabinieri del Nas. Marino ha invitato tutti a riflettere «sul clima di caccia alle streghe che si è instaurato ormai da tempo». Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione degli Anestesisti, pur esprimendo vicinanza alla famiglia, sostiene che «è gravissimo che chi lavora in prima linea per tutelare la salute umana possa essere aggredito». Il presidente della Commissione parlamentare sugli errori sanitari Leoluca Orlando chiederà una relazione alla Polverini. Oggi l'autopsia all'istituto di medicina legale.  

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