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Okkupare stanca Flop della protesta nei licei

Proteste alla scuola Avocadro di Roma (foto Gmt)

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Non fatevi ingannare dalle apparenze: gli studenti che nella foto in alto protestano fuori dallo loro scuola (la sede centrale del liceo scientifico Amedeo Avogadro di via Brenta) non stanno occupando l'istituto ma intimando ai «colleghi» che lo stanno facendo realmente e sono asserragliati dentro l'istituto di uscire immediatamente «perché la scuola è loro». Vogliono, forse, tornare sui banchi? Macché: chiedono solo ai militanti di Lotta Studentesca (movimento studentesco di destra legato a Forza Nuova) di levarsi dai piedi. Perchè loro che sono giunti dalla sede distaccata di via Cirenaica in corteo e appartengono al Collettivo Studenti Avogadro (movimento di sinistra doc) non accettano ingerenze e decisioni «estranee» da chi non professa lo stesso credo politico. E dunque «spalleggiati da alcuni professori» come denunciano quelli di Lotta Studentesca, vogliono far saltare l'occupazione dei «fascisti» che, paradossalmente, nasce da istanze e rivendicazioni praticamente identiche a quelle che hanno spinto centinaia di studenti romani di sinistra a occupare le loro scuole. «Noi chiediamo scuole sicure, protestiamo contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini, contro i tagli ai viaggi d'istruzione, contro l'inadeguatezza delle infrastrutture per le attività didattiche (laboratori, palestre, biblioteche)» dicono quelli di Lotta Studentesca che non vogliono mollare. Viene da chiederci: ma allora l'occupazione è «valida» solo se è organizzata dalla sinistra? Gli studenti dell'Avogadro l'hanno risolta così: la destra ha occupato la sede di via Brenta la sinistra ha organizzato una «didattica alternativa» nella succursale di via Cirenaica. A ciascuno il suo. È successo anche questo nel panorama romano delle «scuole in lotta». La protesta quest'anno, a differenza delle scorse edizioni, è piuttosto variegata. Alla base di tutto c'è probabilmente una stanchezza sulle modalità di «lotta» trite e ripetitive, ormai svuotate di significato. In attesa di trovare forme nuove e alternative, il dibattito s'infiamma sui profili del social network per eccellenza, facebook, dal quale si apprende che ieri è già finita l'occupazione al Mamiani (dopo Visconti e Gaio Lucilio) dove per rendere meno traumatico il ritorno sui banchi resta comunque un presidio e si sta pensando insieme ai docenti (sic!) di «costruire iniziative continue e partecipate». Al classico Tacito, in via Giordano Bruno, occupato da due giorni si sta pensando e basta (via facebook, anche qui). Lo scientifico Talete, sempre in Prati, dopo due giorni di occupazione rientra in classe lunedì. Ancora in piedi le proteste del Virgilio e del Manara (quest'anno il primo a incrociare le braccia). In altre realtà hanno scelto l'autogestione, cioè la «didattica alternativa»: al classico Tasso, allo scientifico Newton. Gli altri, cioè la maggioranza? Tutti qualunquisti, cioè a far lezione.  

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