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L'arcivescovo: lei non voleva uccidersi

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Suun cuscino il berretto e la sciabola che le appartenevano. A Guilmi, nel Chietino, paese d'origine della famiglia, la chiesa dell'Immacolata è gremita. Ma sono venuti anche da Roma per l'ultimo saluto alla tenente dei carabinieri di 29 anni che giovedì scorso si è suicidata sparandosi un colpo al cuore nella caserma «Dalla Chiesa». Una ragazza dal dolce sorriso che era partita da Vasto prima per partecipare alle finali di Miss Italia e poi per intraprendere la carriera militare. Il suo viso era il volto dell'Arma dei carabinieri. Anche di recente: il calendario storico della Benemerita appariva in alta uniforme nella pagina di ottobre, il mese il cui se n'è andata. Feretro accolto dal picchetto d'onore. Molti non riescono nemmeno a entrare in chiesa. «Quando qualcuno si toglie la vita - dice l'arcivescovo, Bruno Forte - è perché ha dentro qualcosa che sfugge anche alla persona stessa che compie quel gesto. Preghiamo il Signore affinché sia misericordioso con Claudia, per tutto il bene che Claudia ha compiuto». Dal pulpito parole di saluto a Claudia sono state pronunciate da una cugina, dalla sorella Sara e dalla maestra delle elementari Mariapia Di Carlo. Erano presenti il comandante della legione carabinieri Abruzzo generale di brigata Luigi Longobardi e il comandante della legione allievi carabinieri di Roma generale di brigata Luigi Bernardini. La salma di Claudia Racciatti è stata tumulata nel cimitero cittadino. Mic. D'An.

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