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Esiste o no l'emergenza casa?

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«IlPiano Casa non è una proposta di Luciano Ciocchetti ma della giunta Polverini dove, mi risulta, siedano assessori del Pdl e anche di Roma». Così il vicepresidente della Regione e assessore all'Urbanistica, Luciano Ciocchetti chiarisce alcuni aspetti, non solo politici di quella che si presenta come una vera e propria «rivoluzione» ma che su qualche punto il Campidoglio non avrebbe gradito metodo e merito. Onorevole Ciocchetti, uno dei punti critici è quello della demolizione e ricostruzione, uno strumento di riqualificazione che, nel caso del Comune di Roma, prevede una quota riservata all'housing sociale e il pagamento degli oneri concessori da parte del privato all'amministrazione. Il Piano Casa della Regione non prevede oneri concessori in questi casi. È così? «Abbiamo già aumentato i costi di costruzione del 15%, se poi come nel caso delle demolizioni e ricostruzioni si prevede una quota da destinare all'housing sociale, non si ravvede la necessità di dover far pagare ai privati anche gli oneri concessori. Del resto il nostro piano ha degli obiettivi ben precisi». Quali? «Rilanciare l'economia dell'edilizia attraverso strumenti particolari che possano far concludere gli iter burocratici e dunque concretizzare gli interventi in tre anni da una parte, e soddisfare l'emergenza abitativa intervenendo sensibilmente sul cambio di destinazione d'uso per le strutture dismesse, e solo per queste, dall'altra. La nostra è dunque una risposta concreta». Qualcuno dice che non c'è stato confronto con il Comune di Roma che si è visto «calare» dall'alto un Piano così delicato per l'economia della città... «Ho mandato personalmente la bozza del testo all'assessore competente, se poi per confronto si intende con tutti i sessanta consiglieri comunali, bè è un'altra storia. Il testo andrà poi alla Conferenza dei Servizi dove anche il Comune di Roma potrà sollevare le questioni che crede. Vorrei però ricordare che il Piano Casa della Regione coinvolge e interessa tutti i comuni del Lazio». D'accordo, a Roma però l'emergenza è non solo cronica ma crescente. «Appunto. La nostra proposta consentirà di dare una risposta concreta all'urgenza e all'emergenza abitativa, quella del Campidoglio non la dà. Basti pensare che il cosiddetto "bando Minelli", quello sui cambi di destinazione d'uso è arrivato adesso in Regione, cioè dopo sei anni e ce ne vorranno altri due per completare tutti i passaggi. Occorre chiarire se per il Comune di Roma c'è l'emergenza casa oppure no e dunque si può continuare con procedure urbanistiche che durano da sei a dieci anni». Al di là dei tecnicismi Lei è comunque pronto a un confronto con il Campidoglio? «Siamo sempre pronti al confronto, lo facciamo con Legambiente figuriamoci con il Comune di Roma. La cosa importante che questo avvenga a viso aperto e nelle sedi opportune». Sus. Nov.

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