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Protesta dei sindaci in Regione. Tensione con i militari

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.Verbale, anche se quella fisica si è sfiorata. Il sit-in organizzato dai sindaci dell'hinterland sotto la sede della Regione ha avuto come epilogo il blitz dei primi cittadini nei locali di via Cristoforo Colombo e l'identificazione da parte dei vigilantes. Con annesso strascico polemico. Al grido di «Malasanità uguale malapolitica» e «giù le mani dagli ospedali» ieri mattina è iniziata la manifestazione «la chiusura degli ospedali», cui hanno partecipato cittadini, operatori sanitari, consiglieri regionali d'opposizione e sindaci dei Comuni del Lazio. Cori e fischi, con gli striscioni che recitavano «Malati di provincia, uguale malati di serie B». Su un cartellone campeggiava un manifesto della governatrice Renata Polverini durante la campagna elettorale, con sopra scritto «bugiarda». I venti sindaci hanno chiesto il ritiro del piano di riordino della rete ospedaliera: «Non si possono lasciare i cittadini della provincia senza sanità». Tra i presenti Stefano Di Tommaso (Frascati), Walter Perandini (Ciampino), Umberto Leoni (Lanuvio), Enzo Ercolani (Genzano), Mauro Alessandri (Monterotondo). Poi la delegazione di primi cittadini è entrata nella sede della giunta regionale, protestando «perché la Polverini non ci vuole ricevere». I primi cittadini hanno animatamente manifestato, battendo i pugni sui tornelli: «Vergogna. Vogliamo solo parlare con la Polverini, è un'umiliazione che non ci riceva. Hanno chiamato le forze dell'ordine», la denuncia degli amministratori. Si è scatenato il finimondo: spintoni, urla, proteste: «Vergogna, vergogna, non si governa così un Regione. Questa non è casa della Polverini è casa di tutti i cittadini. Devono farci entrare». Alcuni dei sindaci e consiglieri hanno spintonato i carabinieri, i quali hanno tenuto comunque saldo il cordone. «Siamo in una regione di polizia» hanno urlato i sindaci. «Hanno identificato e chiesto i documenti anche a noi consiglieri», ha aggiunto Luigi Nieri (Sel). Per il commissario del Pd Lazio Vannino Chiti «i sindaci non sono criminali. È il fallimento di un metodo che scambia l'autoritarismo con l'autorevolezza del governo». Il deputato Michele Meta ha annunciato un'interrogazione a Maroni, mentre il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino ha parlato di «metodi fascisti». Per il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti «l'indentificazione dei sindaci è un fatto gravissimo». Pronta la replica della Regione: «I sindaci hanno tentato di forzare i tornelli per entrare di prepotenza nella sede della presidenza. Un sit-in di protesta si è trasformato in un'aggressione violenta all'istituzione. Di fronte al degenerare della protesta le forze dell'ordine che stavano vigilando, come da prassi, sul sit-in sono state costrette a intervenire per garantire la sicurezza nel palazzo».

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