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La truffa della ricevuta taxi tarocca

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Roma, taxi in fila a via Veneto

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Sono pochi. Ma il danno che provocano alla categoria e all'immagine della Capitale è enorme. C'è chi non rispetta la tariffa fissa fra aeroporti e centro città, chi chiede il supplemento notturno già incluso nella somma visibile sul tassametro, chi pretende un pagamento maggiorato per un passeggino, chi (è successo a un nostro giornalista) estorce dieci euro in più perché il cliente aveva fretta e lui ha dovuto premere sull'acceleratore e infine chi, per non essere identificato dopo la truffa, fornisce al malcapitato cittadino una ricevuta con un numero di licenza di un collega. Quest'ultimo episodio è accaduto lo scorso 28 maggio a un uomo d'affari giunto in aereo a Fiumicino e che doveva raggiungere via del Tritone. Arrivati a destinazione, il driver ha voluto 90 euro, sebbene avesse dovuto intascarne 50 di meno. La giustificazione? «Tariffa notturna». Peccato che erano le 21 e la suddetta tariffa scatta alle 22 ed è computata automaticamente dal tassametro. Il cliente ha voluto la ricevuta e sul foglietto il tassista ha vergato, di suo pugno, data, ora, importo e numero di licenza: 1641. L'Ufficio tutela consumatori del Campidoglio, al quale è giunto l'esposto, lo ha girato alla Commissione di garanzia del dipartimento Mobilità e Trasporti che, una volta identificato il conducente imbroglione, ha la facoltà di sanzionarlo. Sarà difficile, però. Infatti, il vero titolare dell'autorizzazione comunale ci ha scritto via mail spiegando che non è lui il «colpevole». Cherubino Vitullo ha precisato che è stato «ingiustamente sputtanato». E ha aggiunto: «Vi sembra che se io avessi fatto questa truffa avrei messo il numero della MIA licenza sulla ricevuta? Avrei messo quello di un'altra, esattamente come ha fatto il mio "collega"». Per Vitullo «non sarà difficile dimostrare» la sua «estraneità ai fatti, in quando sono circa due anni che» non preleva «clienti all'aeroporto di Fiumicino» e la cosa «sarà facilmente riscontrabile dai tabulati della società che gestisce il servizio taxi». «Certo le mele marce ci sono - osserva Loreno Bittarelli, presidente della coop 3570 - ma il cliente avrebbe dovuto verificare il numero di licenza scritto sullo sportello della vettura. Episodi del genere capitano, c'è anche chi sulla ricevuta mette il numero di telefono nostro al posto di quello della licenza. Se si usa il radiotaxi, comunque, la possibilità di rintracciare il truffatore di turno sono maggiori». Per l'assessore alla Mobilità Sergio Marchi il nuovo regolamento, che dovrebbe debuttare ai primi di novembre, limiterà i fenomeni truffaldini: «I controlli sono stati intensificati e hanno dato i loro frutti - spiega - Ma con le nuove regole la ricevuta sarà collegata al taxi, avrà il logo prestampato e indelebile Roma Capitale riferito al numero della vettura e sarà consegnata direttamente al tassista, che ne risponderà. Sarà, poi, più semplice sospendere la licenza in via cautelare e revocarla dopo la condanna definitiva del reo».

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