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Al Macro il futuro della fotografia

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Si è aperta ieri la IX edizione del Festival internazionale di fotografia, presentato dall'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi. La manifestazione, che si svolgerà da oggi al 24 ottobre al Macro-Testaccio, avrà come tema il futuro, ovvero come può la fotografia interpretare il domani; tre le sezioni presenti: Fotografia e arte contemporanea, curata da Paul Wombell, Fotografia e new media di Valentina Tanni e Fotografia ed editoria di Marc Prust.. La mostra ospiterà in anteprima assoluta la nuova produzione del Mese europeo della fotografia: «Mutations 3» curata da Emiliano Paoletti. «I temi della mostra - ha detto Croppi - riescono ad interpretare le capacità evolutive dell'arte fotografica. È una mostra dinamica che conferma come il Festival serva anche per fare il punto sulla scena internazionale». E il «sogno» dell'assessore Croppi di realizzare una vera e propria «cittadella della creatività», sembra più vicino con i numeri del Maxxi, inaugurato in a fine maggio alla presenza dell'ideatrice Zaha Hadid e che continua a macinare successi. In 100 giorni sono stati 115 mila i visitatori. «Un museo 2.0», secondo il presidente della Fondazione Pio Baldi, «un modello di museo-partecipazione che non solo espone ma riceve anche contenuti, tanto da diventare catalizzatore di un nuovo polo della movida notturna». A fronte di questi successi, la struttura di via Guido Reni è sempre più ambita. La conferma nel battibecco di ieri tra Vittorio Sgarbi e Pio Baldi. «La mia idea è che in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, il Padiglione Italia della Biennale di Venezia si ramifichi in tutto il paese, con mostre nei capoluoghi delle varie regioni in modo da esporre 1000 artisti. È chiaro che in questa operazione il Maxxi potrebbe essere il terminale ideale». Frena però Baldi: «Se ci dovesse essere un'estensione della Biennale aspettiamo una proposta ragionata e culturalmente valida, poi si vedrà, tenendo presente che il Maxxi ha già preso accordi con vari musei del mondo per eventi che impegnano gli spazi. Sgarbi dovrebbe sapere che il Maxxi si muove nella prospettiva minima di due anni di organizzazione». A quel punto controbatte Sgarbi: «Ma questo progetto l'avevo già detto a Bondi due anni fa. Il Maxxi potrebbe essere un posto ideale ma se si sentono commissariati vado da un'altra parte. Allora me ne vado al Vittoriano». Tra i due litiganti...

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