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"Ma cos'è Roma Capitale? Vogliamo servizi migliori"

Piazza Venezia

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L'accorpamento dei Municipi fa discutere e preoccupa i cittadini. Il timore principale è quello di perdere gli uffici locali e, di conseguenza, i servizi sul territorio, «che sono già pochi e andrebbero potenziati». Al mercato, alle poste, nei bar e negli alimentari, non si discute d'altro: l'approvazione del primo decreto su Roma Capitale. Almeno per chi si è informato sui giornali o ne ha sentito parlare al telegiornale. Perché più della metà delle persone che abbiamo sentito, invece, non ha affatto chiaro di cosa si tratti e quale sia l'impatto sulla vita di tutti i giorni. Chi ha seguito attentamente l'iter che ha portato all'approvazione del decreto (maggiore autonomia alla Capitale, accorpamento dei Municipi e riduzione dei consiglieri comunali) ha le idee chiare. Su un punto i romani raggiungono l'unanimità di giudizio: maggiori poteri devono tradursi in servizi migliori. L'accorpamento dei Municipi, che passerrano da 19 a 15, invece non dovrà comportare la diminuzione degli uffici sul territorio. C'è però un sentimento che accomuna tutti: «La Lega non faccia storie e Bossi la smetta di criticare». Gabriella Sorbi, ha appena fatto la spesa al mercato di via Andrea Doria, in Prati. Ha una sola preoccupazione: «Roma Capitale è stato un grande successo, ma spero che ora il Governo non sia costretto a fare concessioni a Bossi. Ho sentito che ora vuole una Capitale anche al Nord. Ma siamo matti? Perché quelli della Lega non guardano in casa loro? Per l'Expo 2015, Milano ha già preso miliardi di euro e poi hanno il coraggio venire a lamentarsi». Elio Natale, titolare di un banco al mercato, invece preferisce non curarsi della Lega: «Bossi lasciamolo perdere. Alemanno ha fatto bene a portare a casa questo risultato. Se ne parlava da tanti anni e nessuno c'era ancora riuscito». Polemiche politiche a parte, il dibattito tra i banchi del mercato si incentra quasi esclusivamente sui Municipi. Ottavio propone di superare la logica dell'accorpamento: «Piuttosto sarebbe utile ridisegnare i confini per avere più uffici sul territorio. Oggi ci sono poche sedi e bisogna fare troppi chilometri per raggiungerle». Poi c'è la questione della maggiore autonomia per Roma: «La riforma sarà utile se ci saranno servizi migliori - aggiunge Ottavio - I soldi in più dovranno arrivare ai cittadini. Speriamo di risolvere i problemi su cui tutti gli amministratori hanno fallito, a partire dal traffico e dai trasporti». Non è un caso che l'accorpamento dei Municipi interessi così tanto i residenti di Prati. Il XVII Municipio, infatti, potrebbe essere uno dei parlamentini locali che verrà accorpato (dovrebbe confluire nel primo). Maria spera che l'attuale sede sulla Circonvallazione Trionfale non venga spostata: «L'accorpamento va bene se consentirà di risparmiare, ma gli sportelli per il pubblico non devono sparire». Giacomo si spinge oltre: «Non penso sia bene toccare i Municipi a cui bisogna dare più poteri. Sono gli enti più vicini ai cittadini e sono essenziali in certi settori, come gli asili. Mentre potrebbero essere eliminati gli enti inutili. Penso alle Province». C'è poi chi si concentra su un altro aspetto: la riduzione dei consiglieri. Michele è scettico: «Non vorrei che si traduca in troppi poteri alla maggioranza e l'opposizione relegata in un angolo». Le ansie che si respirano in Prati sono le stesse anche degli altri quartieri. Basta spostarsi poco più a ovest, in zona Aurelio (Municipio XVIII), che ci imbattiamo nello stesso tenore di discussioni e nelle stesse preoccupazioni. Al mercato di piazza Irnerio così come alla posta di via Accursio, ci vuole poco per accendere l'interesse della gente. «Non faccio caso alle polemiche, soprattutto della Lega, che accompagnano come al solito i cambiamenti della città - dice Patrizio, 76 anni, in fila alla posta – Credo che sia un bene che Roma rafforzi i suoi poteri anche a livello nazionale». Clara però si chiede se ci sia il pericolo «che spariscano gli uffici del Municipio, che vengano spostate le fermate degli autobus, che spariscano i punti di riferimento dove segnalare i problemi». A fugare i dubbi ci pensa Renata, con le buste della spesa in mano: «Ma no - semmai è esattamente il contrario. Meno circoscrizioni vorrà dire meno soldi spesi e più vantaggi per i cittadini. I Municipi oggi sono troppi ed è giusto che vengano accorpati». Operazione, che invece preoccupa Giovanni, marito di Renata. «Ma i costi si possono sapere? - chiede in tono ironico - spero che questa spesa rientri nel pacchetto di soldi promessi dal Governo a Roma. Se invece i costi verranno accollati ai cittadini, allora, sarebbe proprio una bella fregatura». Preoccupazioni a parte, c'è comunque la soddisfazione di aver assistito a tre giorni di celebrazioni. «L'immagine che è stata data della città è senz'altro positiva - dice Giovanni - e sono positivi anche i festeggiamenti previsti per domani. È bene che tutti capiscano l'importanza di Roma per il resto del Paese e cosa significa avere una Capitale più forte».

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