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Alla Pisacane lo straniero è il Pd

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La scuola Carlo Pisacane

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«Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non bastano l'anagrafe o parlare la lingua per essere italiani, occorre innanzitutto un'integrazione culturale. Il sentimento di appartenenza si favorisce se ai bambini stranieri viene data la reale opportunità di stare e di crescere con i coetanei italiani». Sono queste le parole che l'assessore capitolino alle Politiche scolastiche, Laura Marsilio ha pronunciato all'interno del cortile della Carlo Pisacane che per la prima volta a Roma ha formato una classe composta di soli stranieri o, per essere precisi, figli di immigrati. E sarà per il luogo, la scuola di Tor Pignattara trasformata in «ghetto» di piccoli immigrati, o per la spiccata sensibilità a senso unico della sinistra, ma le parole della Marsilio sono risuonate come un trillo di battaglia contro l'immigrazione e l'integrazione. «Cultura razzista e fascista» è soltanto uno dei proclami dell'opposizione che da Sinistra e Libertà al Pd invoca a gran voce le dimissioni dell'assessore. Per cosa di preciso, al di là di un sentimento squisitamente politico e dunque di parte, resta incomprenibile. A chiarire ulteriormente è poi la stessa preside della Pisacane, Flora Longhi che ieri ha accompagnato l'assessore alla visita dell'stituto per l'inaugurazione dell'anno scolastico: «La Marsilio ha ragione - dice -. I figli degli stranieri, anche se nati in Italia, hanno alle spalle un contesto d'origine diverso da quello italiano, mentre i figli degli italiani respirano una cultura italiana. È la legge poi a decidere quando considerarli cittadini italiani». E se il Pdl del VI Municipio, così come il Campidoglio fa quadrato intorno all'assessore, anche Alemanno che in un primo tempo aveva commentato: «la Marsilio sbaglia, i bambini che nascono a Roma sono un patrimonio per la città e non mi sento di definirli stranieri», ha poi corretto il tiro: «L'assessore ha chiarito, giudico penoso il tentativo di attaccarla continuando a giocare sull'equivoco». Peccato che la strumentalizzazione politica abbia offuscato ancora una volta il diritto di quei bambini stranieri (o figli di immigrati poco importa), che ieri mattina hanno suonato e cantato nel cortile che verrà presto ristrutturato grazie a 1,5 milioni di euro stanziati dall'assessore Ghera. Un'attenzione umana e didattica attraverso la quale quegli stessi piccoli alunni potranno sentirsi davvero italiani, burocrazia a parte.

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