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Sgombero al Prenestino Abbattute le baracche del campo rom abusivo

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Inpochi minuti la ruspa ha buttato giù tutto. L'area, all'interno di un parco di proprietà di «Cotral Patrimonio», ospitava da quasi cinque anni una famiglia di nomadi di nazionalità romena, una trentina di persone tutte identificate, tra cui sette bambini. Il più grande ha 11 anni. Vivevano in baracche di legno e lamiera senza le minime condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza. A luglio nel campo era persino scoppiato un incendio, ma in pochi giorni le baracche erano state ricostruite. Petru è il capofamiglia. Insieme con gli altri raccoglie tutto in grandi sacchi neri e aspetta. Lui, come i suoi parenti, non ha accettato il piano di assistenza varato dai Servizi Sociali dell'Amministrazione comunale. «Non vogliamo essere separati dai nostri figli». Si sposteranno di qualche metro non appena gli agenti se ne saranno andati, dicono. Angela è arrabbiata: «Non diamo fastidio a nessuno, noi non rubiamo». Racconta che i soldi li guadagnano vendendo il rame agli sfasci sulla Palmiro Togliatti. «Venti centesimi al chilo». Nei giorni scorsi, erano stati proprio i cittadini del quartiere e i condomini del vicino edificio Ater di viale Morandi a scendere in strada per denunciare i problemi di «convivenza» con i rom. Ale. Liv.

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