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Claudio Lo Tufo Roma caput mundi ancora una volta.

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Quasi500 esperti provenienti da ben 60 paesi si sono riuniti per discutere del processo di cambiamento che sta investendo il mondo dell'ematologia. A capo di questo «esercito di menti» due scienziati di altissimo profilo, l'italiano Giuseppe Saglio, professore di medicina Interna dell'Università di Torino e l'israeliano Eliezer Rachmilewitz, direttore del Dipartimento di Ematologia dell'Edith Wolfson Medical Center di Holon-Tel Aviv. Proprio quest'ultimo non perde tempo a spiegare l'eccezionalità di questo incontro: «È la prima volta che si dibatte non su una singola novità, ma su come gestire e protocollare i moltissimi cambiamenti che ci hanno investito. L'obiettivo era quello di riunire qui a Roma gli ematologi di tutto il mondo per discutere i problemi più importanti nell'ematologia, sia dal punto di vista diagnostico sia terapeutico». Saglio si accoda al collega e continua: «Stiamo vivendo un momento di profonda trasformazione. Sono stati messi a nostra disposizione moltissimi nuovi farmaci che se da un lato possono essere una grande risorsa, dall'altro vanno valutati con attenzione per distinguere i punti di forza e le loro debolezze. Bisogna essere sempre più attenti a non confondere la ricerca con la vita di corsia, nella quale vanno fatte valutazioni di necessità nel rispetto, anche, di un costo sostenibile». Il fattore economico non è irrilevante: «Già in passato si facevano valutazioni sul rapporto costo efficacia dei farmaci - continua Saglio - ma con l'arrivo di terapie sempre più costose è necessario che i medici facciano valutazioni anche di questo tipo per alleggerire il costo sanitario, problema di ogni paese, ottenendo sempre il risultato migliore». Rachmilewitz incalza: «Per questo era necessario creare un punto di incontro dove si potesse discutere assieme senza pregiudizi o l'entusiasmo di una nuova scoperta, ma per condividere le esperienze e le buone pratiche». A sorprendere in questo caso è il ruolo dell'Italia che nel campo dell'ematologia ha sempre espresso grandi risultati. A spiegarlo è Saglio: «È stata scelta Roma perché il nostro paese può vantare una scuola di ematologia straordinaria». Rachmilewitz però tiene a precisare: «Oltre ad una grande qualità scientifica Roma è una meta straordinaria e di bellezza unica che rende il nostro soggiorno molto più gradevole». Restano le novità scientifiche che sembrano molto rassicuranti e il luminare israeliano cerca di riassumerle: «In tutti i settori della nostra scienza si stanno facendo passi da gigante con l'arrivo di farmaci molto efficaci e che danno sempre più speranze». «Senza contare che i farmaci stanno diventando sempre più intelligenti - conclude Saglio e questo significa che malattie come la leucemia non saranno più curate con chemioterapie devastanti. Inoltre queste malattie, un tempo considerate incurabili, oggi hanno percentuali di guarigione assolutamente incoraggianti».

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