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Un bimbo da solo non si stacca dalla macchina

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GiovanniMarzetti, quando si attacca un neonato al respiratore? «Quando la sua attività respiratoria o è assente o non è sufficiente ad assicurare l'ossigenazione» risponde il primario emerito di Pediatria e Neonatologia dell'ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina, cui abbiamo chiesto di tradurci in termini semplici le parole da addetti ai lavori che leggiamo in questi giorni. Com'è fatta la macchina? «È un ventilatore collegato a un tubo che entra in trachea dal naso o dalla bocca». È possibile che si sfili il tubo? «Difficile in una terapia intensiva Ci sono monitor e controlli». Quand'è che un neonato ha bisogno di essere intubato? «Quando non ce la fa a respirare la macchina lo aiuta, parzialmente o totalmente». E perché un neonato respira male? «Ci sono molte cause. Tra queste la sofferenza feto-neonatale. È una mancanza di ossigeno che attiva i movimenti intestinali e il passaggio del meconio nel liquido amniotico. E successivamente stimola la respirazione prematura del bimbo in utero e il liquido amniotico contenente meconio viene inalato nelle vie aeree». In questo caso un ritardo nel parto può aggravare la situazione? «Si, certamente». Cosa accade? «La sofferenza fetale si trasforma in sofferenza neonatale, il bimbo non riesce a respirare e lo si intuba». Se un neonato si stacca il tubo, muore? «Generalmente sì. Se la repirazione spontanea è assente muore entro pochi minuti, se c'è una residua attività respiratoria può andare avanti ore ma le condizioni si aggravano».G. M. Col.

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