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«Scontiamo l'effetto-Messina Quella gravidanza era a rischio e anche la nascita del bimbo»

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Perchèla mamma pesava 115 chili, era al terzo cesareo, era già passata dal pronto soccorso 8 volte durante la gestazione. Lo ha detto il primario Pagnanelli. E «non abbiamo mai litigato. La scelta di intervenire con il cesareo è stata presa di comune accordo, del resto non avevamo nessun motivo per discutere la decisione dei due medici di guardia, che non ci compete. Questa faccenda è una montatura o una suggestione, stiamo solo scontando un "effetto Messina", per quello che è successo alcuni giorni fa al Policlinico siciliano». A parlare è una delle tre ostetriche che hanno assistito al parto della madre del neonato morto al Policlinico Casilino dopo due giorni di vita. «Eravamo in otto nella sala parto - racconta - durante l'intervento: oltre alla paziente, l'unica a partorire quel pomeriggio, c'erano tre ostetriche (età media 30 anni), due medici di guardia, un ginecologo e un anestesista - ricorda l'ostetrica - Il marito non è mai entrato in sala parto, ma è stato solo in sala travaglio. Per questo non capisco come faccia a pretendere di sapere cosa è successo. Inoltre in sala travaglio l'unica cosa di cui abbiamo parlato tra di noi sono state le modalità di monitoraggio della paziente, con la quale abbiamo avuto tutti un rapporto amorevole». «Sono dispiaciuta per la morte del neonato - ha concluso l'ostetrica - ma quello di puntare il dito contro di noi non è stato un gesto carino. L'autopsia, comunque, ci darà ragione». Un'altra ostetrica continua. «L'atteggiamento del padre del neonato morto è incoerente. Quando ha appreso della morte del figlio, sia lui sia i parenti dicevano alla moglie: "i medici hanno fatto tutto il possibile". Non ci aveva incolpato di nulla». «Nonostante l'intervento fosse andato bene - ha spiegato l'operatrice sanitaria - già dalle prime ore di vita il bimbo dava segni di essere affetto da una patologia cronica, non dovuta al parto». «Di questo la pediatra aveva subito avvisato il padre. E non era stato di certo lui a sollecitarci per l'intervento con cesareo - ha concluso l'ostetrica - è stata una decisione presa in due o tre ore dai medici, di comune accordo, perché la donna, arrivata dal pronto soccorso e con forti contrazioni, rischiava la rottura dell'utero».

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