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Natalia Poggi «Quale onore! Umberto Pizzi, in persona, viene qui a fotografarci.

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S'allarmail manipolo di consiglieri comunali, che attendono in Aula l'avvio dei lavori, il giorno dopo l'affaire Rossin (il collega de La Destra che s'è presentato in bermuda, t-shirt e tods scatenando l'ira di Athos De Luca). «Tranquilli, solo una ricognizione per vedere come siete vestiti, oggi». Il grande assente è proprio lui, Dario Rossin «davvero il meno meritevole di reprimenda» s'affretta a dire Luca Gramazio (Pdl) che indossa t-shirt e jeans. «Sono scusato - dice Gramazio - ho ancora i postumi alla gamba e al braccio di una brutta caduta dal motorino». E Rossin? «Lui è sempre vestito in maniera inappuntabile. Lunedì è arrivato di corsa dal mare, non voleva mancare alla seduta e non ha fatto in tempo a cambiarsi». L'assoluzione arriva anche dal presidente Marco Pomarici elegantissimo in giacca e cravatta: «Rossin è sempre vestito bene. Una certa rilassatezza, comunque, è comprensibile con questo caldo e poi siamo in Protomoteca...» E infatti gran parte dei presenti sono in maniche di camicia: ma è l'unica traasgressione al vestito d'ordinanza. Nel prossimo regolamento di Roma Capitale, comunque, ci sarà una norma specifica sull'abbigliamento dei consiglieri comunali. Ci scherza Alessandro Onorato (Udc), davvero elegante se non glamour: «Rossin non era affatto scaciato. L'abbinamento cromatico (beige e albicocca) era azzeccato e anche le calzature (tod's) intonate». Poi all'improvviso una lunga scampanellata annuncia l'avvio dei lavori. E allora succede quello che non ti aspetti: parte l'inno di Mameli e tutti si alzano: c'è chi lo ascolta con la mano sul cuore e chi canta senza sbagliare una parola. Uno schiaffo morale a chi pensa che qui non si rispettano ruoli e istituzioni. L'inno è stata un'idea di Pomarici: «Un momento molto sentito! Solo uno s'allontana: Andrea Alzetta».

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