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La telecamera incastra i fannulloni

L'ingresso della sede distaccata del ministero dei Trasporti in via dell'Arte a Roma (foto Gmt)

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Sacrifici, lacrime e sangue. Tagli alle spese superflue, stop agli scatti automatici e dunque stop agli aumenti, bloccato il turn over. Insomma mala tempora currunt per i travet dello Stivale: la manovra del 2011 è di quelle da far tremare i polsi. Gli statali non sono i soli a fare sacrifici: la crisi investe anche altri settori produttivi, ci mancherebbe. Ecco perché fanno ancora indignare notizie come quella dei 170 impiegati della sede distaccata del ministero dei Trasporti di viale dell'Arte all'Eur, accusati di truffa ai danni dello Stato. Sono comportamenti che risultano fastidiosi anche agli stessi compagni di lavoro. E infatti è stata proprio una soffiata di alcuni colleghi a far aprire un'inchiesta nella sede in questione su civili e militari, che durante l'orario di lavoro, riuscendo ad aggirare i tornelli o a far passare il badge da qualcun altro, sarebbero andati al bar o al supermercato. Il giorno dopo la bufera al Ministero dei Trasporti nessuno vuole parlare. Sono al bar e al supermercato le bocche si scuciono. «C'è un via vai di dipendenti ministeriali in diverse ore del giorno - racconta il vicedirettore del Toudì, Cristiano Castellano – Anche la responsabile prima di me, mi ha detto che erano in molti a venire a fare la spesa, soprattutto durante la mattinata». A confermarlo è una delle cassiere, che lavora al market da un anno. «Beh, sì. Vengono a tutte le ore. Riconosco che sono del ministero dai buoni pasto». Anche chi lavora allo 0100 Café non nasconde di vedere parecchi impiegati durante l'arco del giorno. «Vengono, vengono a tutte le ore. Spesso a metà mattinata a prendere un caffè, prima della pausa pranzo». Per l'edicolante, invece, «nessuno va in giro da quando c'è Brunetta» naturalmente in orari «sospetti». Tutti i dipendenti ministeriali, invece, dicono di non sapere niente (neppure dell'inchiesta) e non aver visto niente. Per loro la mezz'ora di pausa tra le 8 e le 16.30 (a disposizione dalle 12 alle 14.30 c'è la mensa convenzionata dell'Inail di fronte al dicastero) viene «rispettata». Anche a chi viene chiesto se è facile passare attraverso i tornelli senza badggiare, risponde «no. È impossibile». Eppure i macchinari presentano uno spazio che permetterebbe a una persona dal fisico esile di attraversarli senza problemi. Solo uno dei dipendenti ha il coraggio di dire qualcosa: «È da marzo che se ne sente parlare qui dentro». Infatti proprio due mesi fa è partita l'inchiesta. Le indagini della Procura sono ancora in corso. L'accusa è truffa ai danni dello Stato, secondo l'articolo 640 del Codice penale. Finora è stata interrogata parte degli indagati. Oltre alla soffiata di alcuni colleghi, a incastrare i possibili rei ci sono le riprese delle telecamere interne al dicastero, oggetto di contestazione da parte dei difensori degli imputati. «Va valutata la legittimità delle riprese - spiega l'avvocato Leonardo Mazza - Lo statuto dei lavoratori ne vieta l'uso e i dipendenti sono stati ripresi di spalle».

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