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Rosa Mystica, quando la danza diventa preghiera

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Un momento dell'esibizione nel santuario di Nostra Signora delle Grazie a Nettuno

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Pregare. Con dolcezza, partecipazione, emotività. Nel mondo di oggi, molto "esteriore" e frettoloso, difficilmente accade che la preghiera, soprattutto quella collettiva in chiesa, abbandoni il cliché della ripetitività per passare alla condivisione di un momento unico: la vicinanza tra quanto c'è di più distante dalla nostra esperienza terrena, il soprannaturale e quanto c'è di più intimo in ognuno di noi, l'anima. C'è riuscita la danza, con il progetto "Rosa Mystica" ideato dalla FNASD (Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza) in collaborazione con Fondazione Nazionale della danza Aterballetto e la sapiente regia di Arturo Cannistrà coadiuvato da Mauro Paccariè, rappresentato presso il Santuario Nostra Signora delle Grazie a Nettuno. "E' stato emozionante - ha detto padre Giovanni (nella foto da solo e con Arturo Cannistrà) alla fine della giornata dedicata a Rosa Mystica - mai ho visto pregare con tanta grazia e tanta eleganza". “Dedicato alla figura della Madonna - spiega Rosanna Pasi, Presidente FNASD - Rosa Mystica è un progetto che sta coinvolgendo in tutta Italia giovani allievi delle scuole di danza come interpreti di uno spettacolo che è prima di tutto un loro percorso interiore verso il sentimento profondo del sacro e, per il pubblico, si trasforma in una rappresentazione di autentica religiosità”. Una religiosità partecipata. Chi ha visto Rosa Mystica l'ha vissuta in prima persona, seguendo i momenti che i ragazzi delle scuole di danza proponevano, in un susseguirsi di emozioni, musiche, colori, suoni che altro non erano se non la sublimazione della Bellezza, quella perfezione interiore che solo la Madonna incarna pienamente e che - al contempo - solo la bellezza esteriore dei movimenti messi in scena poteva riuscire a far intuire. L'inizio della preghiera a passo di danza è stato scandito dalle litanie sulla Vergine accompagnate dal suono primordiale del battito di mani e dei colpi di legno sulla terra. Un flamenco che, nel silenzio della chiesa, ha dato il segno tangibile del ritmo della vita. E poi musiche classiche, canti di preghiera e tante, tante sensazioni che passavano per emozionanti coreografie che abbandonavano la pura espressione artistica per andare ancora più in alto, trascendendo persino la forza di gravità. Rosa Mystica, appunto: un fiore che già di per sé rappresenta l'amore, e che nel 150esimo anno dalla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione è stato ibridato in una forma ancora più suadente, con boccioli affusolati, bianchi soffusi di rosa, in apertura bianco-avorio con sfumature rosso-rosa. Un fiore particolare, la rosa, i cui intrecci sono stati ispirazione di diverse coreografie che hanno reso lo spettacolo-preghiera ancora più intenso, tanto più se consideriamo che non è stato messo in scena da professionisti ma da ragazzi delle scuole di danza aderenti alla Progetto Danza di Latina. I quali se sotto il profilo strettamente tecnico hanno davanti a sé ancora un percorso da fare (a proposito, complimenti ai loro insegnanti), sotto il profilo dell'intensità emotiva danno dei punti a tanti loro colleghi danzatori per professione, specialmente a quelli del mondo catodico. Un'esperienza emozionante, dunque, che ha incontrato il favore del pubblico. La regia, come detto, è stata di Arturo Cannistrà. Le coreografie di Cristina Diaz, Filippo Venditti, Francesca Coppetelli, Mauro Paccariè, Patrizia Paccariè, Simona Napoleoni, Vera Versienti. Le musiche originali di Claudio Chieffo.

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