Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Roma ritrova la sua Madonnina Sarà ricollocata a fine giugno

Lavori di restauro della Madonnina del Don Orione. (Foto GMT)

  • a
  • a
  • a

Maria Salus Populi Romani tornerà presto sulla Collina di Monte Mario, restituendo al panorama la sua originale veduta. I lavori di restauro promossi dai costruttori romani dell'Acer, con la supervisione della Sovrintendenza comunale, sono in dirittura d'arrivo. Attualmente, conferma don Domenico Crucitti, «si sta lavorando alla doratura della colossale statua, riparata in un capannone allestito sul posto, nell'istituto del Don Orione. Anche la torre che la reggeva è stata ristrutturata». Il 13 maggio una riunione tecnico-operativa con i padri dell'istituto, i restauratori, i funzionari della sovrintendenza e l'Acer stabilirà le tappe successive per la ricollocazione sulla torre e, soprattutto, la grande festa popolare per l'inaugurazione e la benedizione della Madonnina restaurata. Un'appuntamento che si annuncia per fine giugno, prima che i romani partano per le vacanze. «Stanno ultimando le rifiniture come la doratura che è un'operazione delicata ed essenziale - dice il sovrintendente comunale, prof. Umberto Broccoli - La Madonnina va restituita come l'abbiamo sempre vista. Per la felice conclusione dei lavori non manca molto, anche se una giornata di maltempo può rallentare il lavoro in corso». Già il maltempo. Lo stesso che nella notte del 12 ottobre scorso danneggiò la statua di Maria, tranne il volto rimasto miracolosamente intatto, che lo scultore Arrigo Minerbi realizzò ispirandosi per le sembianze della Vergine alla Sacra Sindone.  Quella notte un violento nubifragio cambiò lo skyline della città eterna e, con la rovinosa caduta della Madonnina di Monte Mario molti si sentirono orfani di una «mamma», di una «presenza», di una «immagine» il cui profilo incrociavano con lo sguardo ogni mattina andando a scuola, a lavoro, a spasso o la sera tornando a casa. Un incontro quotidiano ininterrotto fin dal 1953, quando la grande scultura dorata fu collocata sulla torre nel punto più alto dell'Istituto Don Orione. L'opera d'arte era stata soprattutto un atto di fede. Un voto degli orionini alla Madonna durante la seconda guerra mondiale, affinché Roma fosse risparmiata dai bombardamenti. Tranne San Lorenzo, raccontano ancora oggi gli orionini, Roma venne risparmiata. E la promessa mantenuta. La statua realizzata e collocata sul punto più alto dell'istituto a protezione della città e dei ragazzi orfani e mutilatini di guerra che il Don Orione ospitava, è presto diventata un altro simbolo della Capitale. Un conforto per i fedeli, un faro di luce dorata nel buio della notte. Visibile dallo Stadio Olimpico, dal Tevere, dai Parioli. Insomma un punto di riferimento che Umberto Broccoli riassume così: «Quando torno dagli studi di Saxa Rubra cerco sempre la Madonnina con lo sguardo, non la trovo e sto male da morire...».

Dai blog