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Nobili: «La carta d'identità non può essere un demerito»

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Quantoè importante vivere il territorio per un giovane impegnato in politica? «È fondamentale. Alle elezioni comunali di due anni fa presentammo una lista di soli under 30 che raccolse oltre diciottomila voti. Credo sia importante rendere i giovani protagonisti della politica mantenendo un rapporto forte col territorio per non rischiare di essere solo dei ricambisti generazionali». C'è bisogno di una maggiore formazione politica? «Bisognerebbe coinvolgere di più i giovani, ma credo che sia anche compito loro assumersi un po' di responsabilità e cercare di farsi spazio». A Roma è possibile farlo? «Credo ce ne sia bisogno per costruire un'alternativa alla gestione insoddisfacente di Alemanno e l'alternativa non può che passare per una nuova classe di giovani impegnati». È possibile un confronto tra le parti partendo proprio dalle nuove generazioni? «Il confronto è fondamentale, soprattutto dopo gli ultimi episodi di violenza nelle università, perché è un modo sano di lavorare per il bene della città, anche con idee diametralmente differenti». C'è una diffidenza nei confronti delle «nuove leve» che approcciano alla politica? «In Italia la sensazione è questa. La carta d'identità non può essere un demerito. Puoi avere talento, buone idee e capacità di costruire il consenso ma per la classe dirigente se non sei sopra i sessant'anni non sei credibile».

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