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Gita fuoriporta classica tra fraschette e pic-nic

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ChiaraRai Antonio Sbraga La pioggia non ferma la gita fuori porta di Pasquetta. Castelli Romani e hinterland presi d'assalto, lunghe code fin dalla prima mattina in uscita dalla Capitale e incolonnamenti in serata per il rientro. Insomma, la classica Pasquetta, nonostante il maltempo. Boom di visitatori ai Castelli Romani che, nonostante la pioggia di Pasqua, le nuvole in agguato ieri e le ore di traffico da affrontare, non hanno rinunciato alla tradizionale e consueta scampagnata. Migliaia i romani che hanno preso d'assalto agriturismi e ristoranti. «Quest'anno abbiamo avuto un incremento di coperti di oltre il 20% rispetto lo scorso anno che c'era la crisi – ha detto Michele un ristoratore sul lungolago di Albano – soltanto, questi grandi numeri ci hanno trovato un po' impreparati per quanto riguarda l'intera disponibilità di menù, ma sicuramente sia la pasta che la porchetta, non sono mancate». In media, circa il 20% dei ristoranti di Castel Gandolfo, Frascati, Grottaferrata, Rocca di Papa e Nemi non erano pronti ad accogliere così tanta clientela e, nei giorni scorsi, non avevano raggiunto più del 40% di prenotazioni. Ariccia primo in classifica come paese castellano più visitato, insieme all'assedio di tutti i siti attrezzati di barbecue nel Parco dei Castelli a partire dal bosco Ferentano a Marino per finire all'Artemisio e dintorni di Velletri, Nemi e zona del Vivaro. Lì le macchine parcheggiate sulla via dei Laghi rischiavano di occupare un'intera corsia. Numerose le visite nelle caratteristiche chiesette di Rocca di Papa, Nemi e Monte Compatri mentre meno favorite le visite ai musei locali e siti di interesse culturale. Ad essere aperti, inoltre, tutti gli esercizi commerciali dalle boutique ai forni alle bancarelle ambulanti di dolciumi. Nell'hinterland, invece, la pioggia pasquale è stata una manna dal cielo per le biglietterie delle storiche ville di Tivoli e un vero castigo per le escursioni nei parchi, dai Monti Lucretili a quello dei Simbruini. Nell'area protetta più grande del Lazio in pochissimi hanno sfidato il maltempo per concedersi l'ultima sciata lungo la pista tricolore di fondo a Campo dell'Osso, sul Monte Livata, dov'è ancora presente un tappetino bianco di mezzo metro. Ma la «montagna della Capitale», in ansia per il rinnovo degli impianti di risalita (un mese dopo lo svolgimento della gara d'appalto per la nuova seggiovia quadriposto, finanziata dalla Regione con 2 milioni e mezzo di euro, «ancora non si sa nulla sull'aggiudicazione, ma il finanziamento scade ad ottobre e non si può perdere altro tempo», dicono in coro operatori turistici e sciatori), ha fatto comunque il pieno, sia pur obbligatoriamente al chiuso di ristoranti e trattorie. Anche i monasteri benedettini di Subiaco sono stati molto gettonati dai visitatori, che però hanno trovato ancora chiusi i battenti della Rocca dei Borgia, sempre più chiazzata dalle macchie d'umidità di un tetto che ormai fa acqua da tutte le parti. Buona l'affluenza sia a Villa Adriana che a Villa d'Este, reduci dai dati poco confortanti dello scorso anno, con un crollo degli incassi di quasi un quinto in meno a fronte di un calo dei visitatori del 13,6%. Villa d'Este ha spostato ad oggi il giorno di chiusura settimanale, ma anche l'iniziativa del Fondo per l'Ambiente italiano a Villa Gregoriana ha avuto successo. A dispetto del maltempo, infatti, coloro che avevano prenotato il pic nic nel parco della villa sull'Aniene non hanno disertato l'appuntamento, intervallato dal teatrino del bosco incantato per i più piccoli.

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