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L'ira dei romani in fila per la sanatoria mancata

Caos condoni a Roma

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Nell'ufficio condono edilizio del Comune di Roma, in via di Decima, c'è calca come alle poste e i cittadini in fila sono molto arrabbiati. La raffica di raccomandate arrivate nei giorni scorsi a migliaia di romani ha riaperto la piaga della mala amministrazione. I sentimenti diffusi fra il "popolo dei perseguitati" sono quelli del disagio e dell'indignazione. «Non se ne può più di questi disguidi, siamo stanchi di sopperire alle mancanze della pubblica amministrazione», si sfoga Carmelina Cipriano, in attesa da due ore e mezza. «Mi è arrivata una raccomandata in cui mi davano 10 giorni di tempo per presentare una documentazione che ho già inviato sette anni fa - continua Carmelina - altrimenti decadeva la richiesta dell'aumento di metratura. Roba da matti!». Il caso della signora Cipriano non è il solo. Come lei anche Antonino Chirico, tra i tanti, è dovuto correre all'ufficio per un condono chiesto e ottenuto nel '99. «Ho dovuto prendermi due giorni di ferie; ieri per andare a farmi dare in originale la visura al Catasto e oggi qui a presentare il tutto. Mi sono anche sentito ribattere che questa era la seconda raccomandata che mi mandavano; io invece non ho mai ricevuto nulla». D'altronde la storia delle raccomandate fantasma va per la maggiore tra la folla. «Sono qui per presentare la documentazione di un cambio di destinazione di mio suocero», racconta rassegnato Simone Di Marco, che di professione fa il geometra e ne ha viste di tutti i colori. «È davvero un gran casino, ci vuole veramente la pazienza di giobbe. So' più le volte che vengo qui che a studio mio». Ma il premio per la tenacia e la forza nel riuscire anche a sorridere in certe situazioni lo vince l'architetto Gianfranco Marziale, in fila per verificare la documentazione di un condono edilizio dell'85. «Oggi mi sono fatto accompagnare da un mio amico che mi porta fortuna a trovare il parcheggio - dichiara sorridendo - per quanto riguarda tutto il resto qui c'è solo da sperare in un miracolo».

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