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Licenza a punti per bar e ristoranti

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Enon sarà più fissato, come spiegato dall'assessore capitolino Davide Bordoni, un tetto al numero di licenze, in ottemperanza alle normative europee in materia di liberalizzazioni. A breve, per avviare un'attività di somministrazione di cibi e bevande a Roma sarà sufficiente raggiungere un punteggio stabilito che dimostri il possesso di requisiti di qualità, professionalità, adempimento delle norme sulla sicurezza sul lavoro. È quanto stabilisce il nuovo regolamento per bar e ristoranti (e in generale per gli esercizi commerciali che somministrano cibi e bevande) che approderà in consiglio comunale lunedì prossimo per l'approvazione definitiva. Il regolamento stabilisce un punteggio minimo necessario per l'apertura di bar o ristoranti nella capitale: 170 punti per avviare un'attività in centro storico, circa 150 per la città consolidata, circa 140 per tutti gli altri quartieri. I punti verranno assegnati da un'apposita commissione in base al possesso dei seguenti requisiti: qualifica professionale del titolare dell'attività, caratteristiche della struttura, livello di pulizia delle cucine e dei bagni, certificazioni di sicurezza sul lavoro, insonorizzazione della struttura, assenza di barriere architettoniche, presenza di parcheggi, disponibilità di menù in doppia lingua. Saranno assegnati punti in più agli esercizi privi di videogiochi. Il regolamento, già approvato dalla giunta comunale, passa all'attenzione del consiglio comunale dopo un confronto con i municipi. «È importante - ha commentato l'assessore capitolino al Commercio Davide Bordoni - che Roma si doti di un regolamento che punta alla qualità e recepisce normative europee in materia di liberalizzazioni del mercato. L'entrata in vigore di questo regolamento - ha aggiunto - sarà una rivoluzione per la qualità del servizio dei nostri bar e ristoranti». Le novità tuttavia non sono finite qui. «Provvederò a disporre un emendamento alla delibera - annuncia il vicecapogruppo Pdl in Consiglio comunale, Giordano Tredicine - in cui dovranno essere tenuti in conto anche le insegne e le coperture esterne, che spesso sono di colori difformi dai palazzi o di impatto devastante per le zone di pregio del centro storico. Più volte ho denunciato questo scempio in particolare nelle zone del I Municipio e del XVII, zona Vaticano - conclude Tredicine - occorre quindi agire in fretta per salvaguardare le bellezze architettoniche del centro storico».

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