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Antonio Sbraga Alcol, droga e alta velocità.

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Lagiovane viaggiava sul sedile posteriore di un'Alfa 147 finita fuori strada al chilometro 36,500 dell'ex statale Licinese. L'auto si è ribaltata a causa dell'alta velocità: il conducente, un ragazzo di 28 anni, aveva assunto cocaina e gli è stato riscontrato un tasso alcolemico (pari a 2,6) cinque volte superiore ai limiti. Per lui, che gestisce un piccolo bar a Licenza e che ha riportato solo qualche escoriazione, è scattata la denuncia per omicidio colposo, guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di stupefacenti. Ma, sia al test dell'alcol che a quello della droga, è risultato positivo anche il terzo uomo che occupava il lato passeggero dell'Alfa: un 42enne, che da pochi mesi aveva chiuso il forno dove lavorava insieme a Giulia, era il suo compagno e padre delle due bambine. Lui se l'è cavata con poche fratture alle costole e al naso. Per la sua compagna ventunenne, invece, non c'è stato niente da fare: è morta sull'ambulanza che la stava trasportando d'urgenza all'ospedale di Tivoli. Inutile anche il volo dell'eli-soccorso, atterrato al campo sportivo di Licenza. Gli abitanti del piccolo centro del Parco dei Monti Lucretili sono rimasti sconvolti dall'impatto, avvenuto alle 9.30 proprio sulla strada che si arrampica verso l'antico borgo. Uno schianto che riaccende le polemiche sulla sicurezza della Licinese, più volte denunciata sia dal Comune che dalla Comunità montana dell'Aniene. «Quel tratto, con tre semicurve dopo due rettilinei, presenta seri problemi che noi da tempo stiamo denunciando - dice l'ex sindaco Luciano Romanzi, attuale presidente dell'ente montano - e non aiuta a gestire neanche una normale velocità, figurarsi in questo caso». L'Alfa 147 è completamente distrutta e posta sotto sequestro dai carabinieri di Licenza. Dietro ci sono ancora i pacchetti delle paste che il barista, di primo mattino, era passato a prendere nel vicino laboratorio di Castel Madama. Una torta alla panna, completamente spiaccicata sul sedile posteriore, è ancora macchiata di sangue fra i cornetti e i mignon riversi sulla carrozzeria. «Sono distrutto dal dolore, ma non fatemi aggiungere altro, che ci sono le bambine», riesce a dire Claudio, il padre di Giulia circondato dalle piccole.

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