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Vende droga vestito da prete con la Bibbia

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«DonAlfredo» spacciatore. Si vestiva con abito e camicia scuri, Bibbia e immagini di santi nella valigetta 24 ore, avvicinava i giovani del Prenestino, non dava conforto ma dosi di eroina. Sabato, la carriera di Ezechiele Godfrey Anderson, nigeriano di 49 anni, a casa con due prostitute connazionali, circa sei anni fa arrestato per traffico internazionale di droga, è finita, stroncata dai poliziotti del commissariato Prenestino diretto da Mauro Fabozzi. A tradire il finto prete africano sono state le sue frequenti comparsate tra i giovani: a volte era lui ad andare da loro, altre invece accadeva il contrario. In questo caso il punto di incontro era una parrocchia della zona. «Don Alfredo», infatti, era un insospettabile dalla mattina alla sera, per il parrocco e per i fedeli. Nella comunità cristiana svolgeva il lavoro di mediatore culturale, si preoccupava di accogliere gli immigrati come lui. Sembrava un uomo di fede. Nessuno poteva sospettare che fosse uno spacciatore incallito. Se ne sono accorti i genitori di alcuni ragazzi e ragazze. Vedevano il "prete" tra di loro: passava, consegnava le dosi di stupefacente e intascava i soldi. Una, due, tre telefonate al commissariato ed è scattata l'indagine. Per gli investigatori ci è voluto poco a capire quale fosse il reale giro. Sabato si sono avvicinati e hanno fermato «don Alfredo». A casa, sempre al Prenestino, hanno scoperto il resto. Nell'armadio i poliziotti hanno trovato abito talare, un'altra Bibbia, cofanetto con 30 grammi di eroina, accanto altri 20 grammi, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e 800 euro. Davanti al giudice, "don Alfredo" ha provato a difendersi, spiegando perché deteneva quella droga in casa: con lui sotto lo stesso tetto vivevano due prostitute nigeriane, L.U.P. di 44 anni e O.B. di 34. La droga l'avrebbero usata loro due, durante gli incontri sessuali, per ravvivare il clima con i clienti. Il giudice ha strabuzzato gli occhi e non gli ha creduto. L'eroina non provoca eccitazione, ma l'effetto contrario. L'arresto è stato convalidato e per «don Alfredo» si sono aperte le porte del carcere. Il verdetto probabilmente alla prossima udienza.

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