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Crisi, Lazio fuori dal tunnel

Crisi economica, gli esperti:

I disoccupati si affidano ai tarocchi

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La crisi economica si è sentita ma il Lazio ha tenuto. La pubblica amministrazione ha fatto da ammortizzatore sociale e le imprese hanno limitato i danni. Il peggio è passato anche se non bisogna abbassare la guardia. Gli addetti ai lavori sorridono ma avvertono: il 2010 sarà un anno con luci e ombre. Giancarlo Elia Valori, presidente della cassaforte della Regione, la società Sviluppo Lazio, già leader della Confindustria locale, spiega: «La fase più difficile per l'economia del Lazio è alle nostre spalle. Lo dicono i principali indicatori economici, ma soprattutto le imprese e il loro atteggiamento propositivo». Il carattere anticiclico dell'economia nostrana è stato determinante: «Il Lazio ha continuato a registrare un andamento in controtendenza rispetto alle altre regioni italiane e gli strumenti messi in campo dalla Regione nel momento massimo della crisi sono stati fondamentali per il sostegno e la crescita delle piccole e medie imprese». Ci sono motivi per rallegrarsi. «Il 2010 sarà sicuramente l'anno della ripresa per il nostro territorio - conferma Valori - Dovremo però continuare a sostenere il nostro tessuto produttivo concentrando gli sforzi soprattutto sulle difficoltà di accesso al credito». Più prudente il presidente dell'Unione degli industriali e delle imprese di Roma, Aurelio Regina, che per quest'anno prevede «una situazione delicata, soprattutto per l'occupazione». È vero che «Roma e il Lazio hanno tenuto meglio del resto del Paese ma ci saranno ancora licenziamenti. Del resto la crisi da finanziaria è diventata economica». Ma guai agli allarmismi, avverte Regina. «I settori più a rischio sono quello dell'automobile, soprattutto nella provincia di Frosinone, e l'edilizia che, con qualche intervento, potrebbe darci ancora tante soddisfazioni». La matematica non è un'opinione: per un milione di euro investiti nelle costruzioni si creano 18-20 posti di lavoro tra diretti e indiretti. Ma, nonostante i proclami, gli incentivi non ci sono e l'edilizia ancora soffre. «Non siamo usciti dalla crisi - aggiunge il leader degli industriali romani - ma ne usciremo meglio degli altri. I grandi progetti in campo per la Capitale daranno un aiuto rilevante, soprattutto alle piccole e medie imprese». Le grandi opere faranno la differenza. Per questo, insiste Regina, «bisogna sbloccare i finanziamenti. Innanzitutto per l'aeroporto di Fiumicino e per il rifacimento della Roma-Latina. Ovviamente tutto va fatto con l'intesa dei sindacati». Se non siamo proprio fuori dal tunnel, la crisi economica non sarà ancora lunga. Parola dell'assessore regionale al Lavoro e Politiche giovanili, Alessandra Tibaldi. «Si conferma un'inversione di tendenza - spiega - C'è un piccolo decremento della cassa integrazione». Ma di rischi se ne corrono ancora: «Le imprese dei servizi potrebbero risentire dei tagli alla pubblica amministrazione. Alcune decisioni del governo, come la riduzione del 25 per cento dei fondi per la scuola, produrranno l'espulsione di alcune centinaia di lavoratori delle cooperative». Va meglio alle piccole aziende, «che stanno resistendo». La Tibaldi rivendica l'impegno dell'amministrazione laziale: «Abbiamo puntato alla stabilizzazione dei precari e allo stanziamento di finanziamenti per rendere più semplice il ricorso al credito. Adesso abbiamo dei segnali positivi». Infine il reddito garantito. L'assegno mensile di 580 euro che la Regione ha approvato pochi mesi fa. «Lo daremo a 10-12 mila persone, la prossima settimana uscirà la graduatoria. Si tratta di cittadini che avranno la possibilità di seguire nuovi percorsi di formazione per rientrare nel mondo del lavoro». Anche la Camera di Commercio di Roma ha previsto contributi per le aziende che trasformeranno i contratti a tempo determinato in indeterminato. I soldi sono finiti in pochi giorni. Segno che la ripresa c'è e che la Capitale, che negli ultimi quindici anni ha raggiunto la vetta del Belpaese per Pil e nuove imprese, non ha smesso di crescere.

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