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Più pupazzi di neve che vigili urbani

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Nevica a Roma e non ci vuole molto perché il traffico vada in tilt. Ma dei vigili urbani neanche l'ombra: vuoti molti gabbiotti, nessuna divisa agli incroci principali per far scorrere il traffico, mentre lo stupore negli occhi degli automobilisti intenti a osservare un panorama del tutto eccezionale, lascia presto il posto alla rabbia per essere rimasti intrappolati nella morsa del traffico. La situazione è abbastanza surreale. Ci si aspetterebbe che dopo l'allarme maltempo e il rischio neve annunciato a gran voce ben 48 ore prima, i vigili fossero pronti a scendere in strada per evitare quello che poi, invece, è accaduto: la congestione di auto sulle arterie principali. Ma la realtà è del tutto diversa perché ieri la neve che a tratti scendeva copiosa sembrava avesse coperto fino a rendere invisibili i vigili urbani di norma impiegati a dirigere il traffico negli orari di punta.  Il viaggio in una capitale imbiancata inizia alle 8 dal quartiere San Giovanni. Percorriamo via Magna Grecia, Piazza Epiro, via Latina, via Cilicia, via Marco Polo fino ad Ostiense, un'ora e mezzo circa di tragitto (quando in una giornata normale ci si impiegherebbe poco più di mezz'ora) e nessun vigile visibile né dentro i gabbiotti che incrociamo lungo il percorso, tanto meno per la strada. Cambiamo quartiere e percorso, ma la sostanza è la stessa. Questa volta siamo a Portuense, arriviamo alla Magliana e attraversiamo Testaccio: nessun vigile mentre il traffico sembra impazzito. «Va bene che nevica – si lamenta Aldo, che sta cercando di raggiungere l'ufficio – ma non è possibile impiegare un'ora per un tragitto di cinque chilometri. E poi i vigili dove sono? Oggi se ne incontrano meno del solito». Sul Lungotevere il traffico verso le 9 e mezzo è praticamente fermo. I semafori passano dal verde al rosso senza che le auto si muovano di un metro, i clacson suonano all'impazzata e l'unica macchina della polizia municipale che incrociamo in quel delirio è una fiat punto all'altezza del ponte di Testaccio. Il vigile fuori dall'auto può fare ben poco, però, se non prendersi le male parole degli automobilisti che gli passano davanti. Uno di questi quasi urla: «Ma perché non fate qualcosa? Siamo bloccati da un'ora». C'è anche chi riesce a sorridere e a prenderla bene. La signora Carla è ancora bloccata sul Lungotevere quando all'altezza della Sinagoga si accorge di aver sbagliato direzione dovendo raggiungere piazza Risorgimento. «Ero assorta a guardare la neve – racconta con un mezzo sorriso – ora per tornare indietro con questo traffico ci impiegherò più di un'ora. Pazienza, chiamo al lavoro, capiranno...». Vigili "fantasma" anche verso le 10 quando è tempo della seconda ondata di neve che coprirà alberi, tetti delle case e anche alcune strade. Ci troviamo a via Cipro e da lì a largo Argentina non incrociamo alcuna divisa. Facciamo il percorso inverso da piazza Argentina un'ora dopo, circa, fino a piazza Irnerio e negli incroci dove siamo soliti vedere uomini e donne della municipale non incontriamo nessuno. Vuoti anche i gabbiotti. A via Ostiense, ad esempio, dove quasi ogni giorno ce ne sono almeno due, come a viale Giulio Cesare, altro punto generalmente presidiato. L'assenza della polizia municipale non sfugge ai romani e c'è chi ironizza sul fatto che «forse avevano freddo e sono rimasti a casa». Intanto i varchi si spengono su decisione del Comune per permettere al traffico di defluire meglio ed è proprio in centro che finalmente riusciamo ad incrociare ben due vigili urbani tra via dei Cerchi e via Petroselli. In totale ai nostri occhi fanno tre nel corso di una mattinata destinata ad essere scritta nella storia della città.

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