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Bimba malata, genitori indagati

La mamma della ragazzina

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A prendersi a cuore per prima delle sorti della piccola Adelaide era stata due anni fa l'Assocentauri, ente della polizia di Stato. Un agente di servizio a Roma aveva incrociato la bimba di 10 anni in cura all'ospedale Bambin Gesù e da allora era partita la gara di solidarietà in tutta la Capitale, per raccogliere fondi in favore della piccola originaria di Padova. La bimba, affetta da Sindrome del lobo medio, una malattia degenerativa, avrebbe dovuto essere operata negli Stati Uniti con le onerose annesse spese per i genitori. Anche due partite di beneficenza erano state organizzate tra ottobre e novembre 2008 a Fiumicino e Cerveteri: in campo persino i campioni della Roma, insieme ad agenti dei commissariati locali e vari vip. Poi il colpo, durissimo. Un'indagine della stessa polizia di Fiumicino e l'iscrizione dei genitori di Adelaide sul registro degli indagati, proprio nei giorni scorsi, da parte della procura di Civitavecchia. Le accuse sono un macigno: si parla di truffa e circonvenzione di incapace. Il sospetto, che dovrà essere sciolto dalla magistratura, riguarda le reali condizioni della bambina. A far scattare l'inchiesta è stata proprio la denuncia di Gianluca Sorrentino, presidente dell'Assocentauri. «Ho sporto querela lo scorso novembre al commissariato di Fiumicino – spiega Sorrentino – perché i sospetti stavano diventando terribile certezza. Dal 2007 ci siamo battuti per Adelaide e proprio grazie ai volti noti che la famiglia aveva conosciuto alle nostre partite, la bimba era stata ospitata in diversi show televisivi nazionali, che avevano voluto aiutarla e pubblicizzare il libro da lei scritto. Poi quando l'anno scorso sono riuscito ad avere tra le mani la cartella clinica, qualcosa non mi ha convinto». Il sospetto è venuto eccome persino a Luigi Pelazza, uno degli inviati della trasmissione «Le iene», che si è occupata della presunta truffa, al centro ora di un'inchiesta anche da parte della procura di Genova. «Adelaide è veramente malata, poi sarà la magistratura e non certo un servizio televisivo ad accertare eventuali responsabilità, che di certo non sono della bambina – è intervenuto ieri l'avvocato Sergio Pisani, portavoce dei coniugi Vincenzo e Luisa Ciotola, genitori di Adelaide - Non abbiamo mai detto che la bambina era in fin di vita e lo si evince benissimo dalle trasmissioni televisive in cui la stessa ha una vitalità fuori dalla media. Ora però queste accuse rischiano di mettere in pericolo la stessa vita della bimba o di peggiorare le sue condizioni. Non abbiamo mai truffato nessuno. I soldi raccolti sono depositati su un fondo e saranno utilizzati per accertare la diagnosi fuori dall'Italia». Intanto parte dei conti correnti intestati ai coniugi, si parlerebbe di circa 180 mila euro, sono stati bloccati dalle procure e su Facebook si è scatenata la rabbia di chi, in questi anni, si era commosso e mosso per Adelaide, tra cui noti giornalisti e attori italiani. Nel gruppo più numeroso presente sul social network, (oltre 11 mila membri), nato per una raccolta di denaro in suo favore, prevalgono l'indignazione e la delusione, anche se qualcuno, prima di esprimere giudizi, consiglia di attendere gli accertamenti della magistratura. Ora non resta che attendere una verità che si meritano tutti: Adelaide e le migliaia di donatori.

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