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Prezzi vecchi o illeggibili e finte promozioni

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Ifurbi ci sono sempre e in tempi di saldi se ne approfittano, ma a dirla tutta, sarà perché quest'anno è stato venduto poco e male o semplicemente perché a forza di registrare cattive abitudini prevale il buon senso, di prezzi gonfiati e di finti saldi se ne sono visti molti meno rispetto allo scorso anno. In centro, comunque, qualche commerciante non ha perso il vizio. «Soliti» cartellini con prezzi vecchi aumentati e percentuali di sconto maggiori di quelle effettive si sono registrati per lo più nei negozi «no logo» o di bassa qualità. Mentre più evidente la confusione di alcuni commercianti che esponevano la scritta «Saldi» in vetrina, ma sia i capi esposti che quelli interni al negozio avevano soltanto il prezzo scontato senza riportare quello iniziale, né la percentuale di sconto. Passano poi per saldi la vendita di capi con il 3x2, che un negozio aveva già una settimana fa e ha riproposto allo stesso modo ieri. Così come diversi negozianti hanno spacciato, ad esempio in via Boccea, offerte promozionali o liquidazioni come saldi. Infine non tramonta il vizietto di rendere illeggibile il prezzo iniziale sul cartellino magari scarabocchiandolo con il pennarello nero (succede in via del Corso), in modo che il consumatore non capisce bene che sconto c'è su quel determinato capo. Non meno fastidioso il fenomeno di far sparire capi che erano in vetrina fino a qualche giorno fa, sostituiti con altri del tutto diversi. Alla domanda «che fine ha fatto quel vestito esposto sul manichino?», nove volte su dieci la risposta della commessa di turno è: «Evidentemente si ricorda male, non abbiamo sostituito nulla». Dam. Ver.

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