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Industria, persi 8 mila posti di lavoro

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La crisi nel Lazio colpisce soprattutto il settore dell'industria e fa perdere in un anno otto mila posti di lavoro. Ma la nostra regione continua a fare decisamente meglio del resto dell'Italia e le imprese cominciano a crederci davvero nella ripresa. L'assessorato alle pmi della Regione Lazio ha chiamato ieri a raccolta le principali associazioni delle piccole e medie imprese per parlare di crisi e di quello che occorre fare per cavalcare la ripresa. Si è partiti da un punto: il Lazio è stato colpito dalla congiuntura economica sfavorevole e gli effetti si sono visti in particolare nel settore dell'industria, ma il fatto che la struttura produttiva si regga sostanzialmente sul terziario, con specializzazioni quindi nei servizi avanzati e in settori ad alto contenuto tecnologico, ha attutito il colpo non impedendo la crescita, seppur più lieve nell'ultimo anno, dell'economia e del numero delle imprese. Così, se in un anno mettendo a confronto il terzo trimestre 2008 con lo stesso periodo del 2009, sono stati persi nel Lazio 8 mila posti di lavoro per una contrazione pari allo 0,36%, la stessa contrazione risulta sette volte inferiore a quella del paese (2,16%). Il confronto prosegue ed è assolutamente penalizzante per l'Italia, con l'agricoltura che nel Lazio ha conservato lo stesso numero di occupati a fronte di una perdita a livello nazionale di 25 mila unità; con le costruzioni con due mila nuovi posti di lavoro a fronte di una contrazione nazionale pari a 78 mila unità e con il commercio. Non lo stesso si può dire per l'industria che segna meno 20 mila occupati ed è un trend che rispecchia il dato nazionale, compensato dall'aumento di 12 mila lavoratori nel solo settore dei servizi. Quello che emerge con forza è lo spirito degli imprenditori investiti dalla crisi. «Gli ultimi dati a nostra disposizione – spiega Luciano Mocci, vicedirettore della Federlazio – dicono che oggi gli imprenditori non vedono più buio davanti a loro». Ottimismo confermato anche da Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna di Roma che lancia però un monito alle istituzioni: «Regione, Provincia e Comune non lascino sole le imprese ora che la ripresa tecnicamente c'è». Parole raccolte dall'assessore alle pmi Daniele Fichera: «La situazione generale nel Lazio è meno critica rispetto al resto d'Italia, ma è comunque critica. Per questo siamo subito intervenuti a favore delle imprese facendo interventi aperti a tutte le pmi che avessero un progetto reale di investimento». Resta il problema forte dell'accesso al credito, spina nel fianco di migliaia di piccole aziende che vedono chiudersi i rubinetti del credito da parte del sistema creditizio. «Accuse» che l'Abi, attraverso il direttore generale Mario Fiumara, respinge al mittente: «Il livello di patrimonializzazione delle imprese deve essere maggiore perché le banche non possono farsi carico di questo problema».

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