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Si stringe il cerchio attorno Zingaretti ma lui resiste ancora

Nicola Zingaretti

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«Saluto Piero, le sue dimissioni sono legate a una vicenda personale e non intaccano l'operato di questa giunta». Il presidente del Consiglio regionale, Bruno Astorre, apre così la kermesse del centrosinistra all'Auditorium per fare il bilancio dei cinque anni di governo. La squadra è al completo con gli assessori pronti ad illustrare quanto di buono hanno fatto in questa legislatura. Ma il primo pensiero va al grande assente, all'ex governatore travolto dallo scandalo. Lo slogan è chiaro: «I fatti separati dalle opinioni». La campagna elettorale per il centrosinistra, di fatto, è partita ieri. Anche se manca ancora il timoniere. Il candidato che dovrà sfidare Renata Polverini scelta dal Pdl. Ma forse il candidato in platea ieri c'era già. Nicola Zingaretti è rimasto solo pochi minuti. Il presidente della Provincia di Roma è restato il tempo necessario per un saluto. Poi è andato via. Verso altri impegni. Una fretta motivata forse dal fatto che il pressing sulla sua candidatura in questi giorni è diventato un vero e proprio assedio. Il segretario regionale del Pd Alessandro Mazzoli lo definisce «un patrimonio del centrosinistra la cui forza è fuori discussione». Il vicepresidente della Regione Esterino Montino la considera una «candidatura eccellente che ci permetterebbe di vincere». Ma il diretto interessato al momento frena. Dice basta al «totonomine» e chiede a tutti di riunirsi intorno a un tavolo per «cercare la massima convergenza attorno ad un nome per vincere». «Credo che la mia non sia l'unica scelta possibile - aggiunge - perché c'è una classe dirigente con molta personalità». Determinante sarà l'esito della trattativa con l'Udc. Se il Pd troverà l'intesa col partito di Casini anche la candidatura di Zingaretti potrebbe sbloccarsi. Anche se proprio ieri Sinistra e Libertà ha invitato il presidente della Provincia a «restare al suo posto». Di certo fino a che la confusione regnerà nel centrosinistra - assicurano i suoi fedelissimi - Zingaretti continuerà ad escludere con forza la sua candidatura. Una situazione che appare ancora più ingarbugliata dopo l'annuncio di Francesco Rutelli che ha «lanciato» il candidato di Alleanza per l'Italia: è l'ex ministro Linda Lanzillotta. «Una candidatura di servizio - come ha spiegato lei stessa - per unire le forze disponibili ad un programma di emergenza in cui, in questo momento, si trova la Regione Lazio». È in questo clima che gli assessori capitanati da Montino hanno messo nero su bianco il bilancio degli ultimi cinque anni alla guida della Regione. L'assessore Nieri ha ricordato il debito sanitario di 10 miliardi «ereditato da Storace che è stato interamente coperto e le società regionali ridotte da 25 a 12». Il collega Mario Di Carlo ha puntato l'attenzione sui 2,5 miliardi spesi per la casa. Il responsabile all'Ambiente Filiberto Zaratti ha presentato la centrale di Montalto di Castro che fa del Lazio «il leader nazionale nel fotovoltaico». Mentre l'assessore al Lavoro Alessandra Tibaldi ha sottolineato l'importanza del reddito minimo garantito che assicurerà un assegno di 580 euro mensili a diecimila famiglie. Per ultima la sanità. Montino ha criticato ancora una volta la scelta del governo di bloccare i 3,5 miliardi di trasferimenti che «permetterebbero alla Regione di risparmiare tantissimi posti letto». Inevitabile la reazione del centrodestra. Per il vicecoordinatore regionale del Pdl Alfredo Pallone quello del centrosinistra «è un bilancio fatto solo di chiacchere e aria fritta».

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